Charta Oecumenica riveduta, a novembre la presentazione
Dopo tre anni di lavoro la Conferenza delle Chiese Europee e il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee firmeranno la nuova carta per l’impegno comune
La Conferenza delle Chiese Europee (Kek), organismo che riunisce le chiese protestanti, anglicane, vetero-cattoliche e ortodosse del continente e il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee) per la Chiesa cattolica, terranno la cerimonia di firma della Charta Oecumenica revisionata il 5 novembre 2025 a Roma. L’incontro riunirà i leader delle Chiese per celebrare questa occasione storica e riaffermare l’impegno comune delle Chiese europee a lavorare insieme nel dialogo e nella cooperazione.
Firmata per la prima volta nel 2001 dalla Kek e dal Ccee, la Charta Oecumenica è stata per oltre due decenni una pietra miliare della cooperazione ecumenica europea. La versione rivista risponde alle sfide contemporanee e riflette l’evoluzione della società europea e del cristianesimo.
Il processo di revisione, avviato nel 2022, è stato guidato da un gruppo di lavoro congiunto. I contributi delle chiese e delle organizzazioni ecumeniche di tutta Europa e oltre sono stati attentamente valutati, garantendo che il testo aggiornato rispondesse alle esigenze ecumeniche odierne. Il documento rinnovato mira a rafforzare l’unità, promuovere la pace e incoraggiare l’azione congiunta tra le chiese europee. Nell’ambito dell’incontro, i partecipanti saranno anche ricevuti in udienza da papa Leone XIV.
L’evento di Roma offrirà l’opportunità non solo di presentare il testo rivisto, ma anche di celebrare il percorso di cooperazione ecumenica in corso in Europa. La partecipazione è solo su invito.
La Charta Oecumenica è stata firmata dai presidenti delle due organizzazioni nel 2001 e mira a preservare e sviluppare la comunione tra le Chiese. Ha segnato l’inizio del secolo invitando le Chiese in Europa al dialogo, all’unità e all’azione, e in particolare alla loro responsabilità comune nell’affrontare le questioni della pace e della giustizia in Europa.
Fotografava lo stato della collaborazione ecumenica, formulando, per ogni argomento, una serie di impegni concreti: il ritornello della Charta era proprio “ci impegniamo“; ci impegniamo, insomma, a far sì che la fraternità ritrovata non si fermi ai propositi, tanto buoni quanto generici, ma si trasformi in passi concreti verso l’unità visibile delle chiese. I 22 “ci impegniamo” sono diventati 55 nella versione revisionata, con una maggiore attenzione riposta all’uguaglianza di genere, ai rapporti con l’ebraismo e l’Islam, all’impegno per la pace e per la tutela del Creato.