Il canto di lode a Dio sempre nuovo

Un giorno una parola – commento a Salmo 3, 2-3

 

Molti sono quelli che dicono di me: Non c’è più salvezza per lui presso Dio! Ma Tu, o Signore, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo

Salmo 3, 2-3

 

Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce

Luca 17, 15

 

Il Salmo 3 è intimamente legato al 4 e ci offre una riflessione profonda sulla preghiera e il senso di compiere quest’azione umana di affidare nelle parole a Dio la nostra esistenza. Di fronte a noi i nemici, dice il Salmista, che dicono: “questa volta non scamperà, Dio l’ha abbandonato nelle nostre mani!”

Alcuni suggeriscono che Davide sarebbe l’autore, e la circostanza di entrambi i Salmi la ribellione di Assalone. La preghiera qui diventa canto di lode che fonde parola e musica, diventa strumento e luogo di comunicazione, in esso il salmista parla con Dio e Dio parla con lui, avvolgendolo con le sue parole di risposte con uno scudo attorno che lo proteggerà.

La preghiera apre una via di canti verso la speranza nell’intervento divino, riprende un percorso di vita, è un rispondere istintivamente alla voce che dentro e fuori di noi ci chiama e dice, malgrado tutto sembri perso, Dio è con te e interverrà per “risollevare il tuo capo di nuovo” dalla cenere. La preghiera, il canto di lode non solo sono necessari ma devono essere sempre “nuovi”.

 

Dio ci parla e noi parliamo con Dio attraverso parole e musiche che sono nostre, uniche, che appartengono ad ogni generazione, ad ogni popolo e nazione raccolti dinanzi all’Eterno, e che costituisce ed è parte dell’assemblea dei giustificati per grazia. E ognuno deve cantare il proprio cantico, le proprie parole e musiche, perché Dio giunge a noi in una parola incarnata, e questa parola, incarnata in noi, si trasforma in un cantico nuovo. Perché nessun canto di lode elaborato in un tempo concreto sarà il cantico definitivo per ogni generazione e per ogni nazione. Non possiamo negare alle nuove generazioni la possibilità di lodare Dio con le proprie parole e musiche. Chi può determinare quali siano le musiche e le parole idonee per parlare con Dio? Sarebbe come fermare la storia della lode e del rapporto con Dio in un momento ancorato alla storia di altre generazioni. Chi può pretendere di fissare una volta per sempre le musiche e le parole della lode a Dio? Sarebbe trasformare una sola generazione in tutta la terra e tutta la storia. Non solo dobbiamo lodare Dio, ma la lode, il canto, devono essere sempre nuovi. Amen.