Playlist. Musica, resistenza culturale

Fra musica e teologia la rubrica del Dj e scrittore Diego Passoni

 

Certamente rischio di sembrare retorico e buonista, tuttavia le ragioni per fare questa proposta musicale sono validissime. Si tratta della playlist Palestinian Resistance su Spotify, e come tutte le playlist contiene molte voci, molti stili, molti mondi.  

 

In questi tempi oscuri, scegliere musica palestinese non è tanto un gesto politico, quanto culturale. E la parte che possiamo fare noi è far circolare i racconti suonati e cantati di quel popolo, perché continuino ad essere ascoltati. Sentirli per noi è un modo di combattere la nostra inclinazione ad appiattire l’altro sconosciuto a stereotipi e pregiudizi che finiscono per disumanizzarlo, e per convincerci, poveri noi, che la sua vita valga meno della nostra.

 

Scoprite e incuriositevi di Dam, il primo gruppo hip-hop palestinese (fondato a Lod nel 1999). Rap in arabo, ebraico e inglese su identità, occupazione, disuguaglianze. O di Shadia Mansour, rapper britannico-palestinese, soprannominata “First Lady of Arabic Hip Hop”, che canta di resistenza e di genere. E anche di “El-Funoun Palestinian Popular Dance Troupe”, compagnia di danza folkloristica e contemporanea palestinese, fondata nel 1979, celebre per preservare e innovare la danza dabke come forma di resistenza culturale. Oppure di Ahmad Kaabour, cantautore libanese-palestinese, famoso per Ounadikom (1975). Canta poesie palestinesi (come Tawfiq Ziad) e lavora anche per teatro e cinema. E infine Fairuz, icona della musica araba, nata a Beirut nel 1934 e amatissima anche il Palestina; la sua canzone Zahrat al-Mada’in è un inno a Gerusalemme.

 

Sono solo alcuni esempi di quanta rabbia, poesia, dignità, speranza e unione possano essere veicolate con la musica, soprattutto per un popolo sparpagliato perché sfollato nei decenni passati e più riprese, sparpagliato tra Libano, Giordania, Egitto, Europa, marginalizzato e dilaniato dal dissidio tra chi è fuggito senza mai dimenticare, e chi è rimasto pagando un prezzo altissimo.

 

 

Foto di Novalib2 – Opera propria, CC BY-SA 3.0: la cantante Fairuz