Nella preghiera è Cristo che parla

Un giorno una parola – commento a Giacomo 4, 3

 

 

Se darai ascolto alla voce del Signore tuo Dio: sarai benedetto nella città e sarai benedetto nella campagna

Deuteronomio 28, 2-3

 

Domandate e non ricevete, perché domandate male, per spendere nei vostri piaceri

Giacomo 4, 3

 

Il mancato esaudimento della preghiera è una delle esperienze spirituali più difficili, che spesso porta all’abbandono della pratica della preghiera, se non addirittura alla perdita della fede. Eppure si tratta di un problema antico: già l’apostolo Paolo riconosceva che «non sappiamo pregare come si conviene» (Romani 8, 26).

Per l’apostolo Giacomo il motivo per cui la nostra preghiera non viene esaudita è che domandiamo male, «per spendere nei vostri piaceri» (oppure «per soddisfare le vostre passioni», secondo la nuova Traduzione letteraria ecumenica della Società biblica in Italia, TLE). Il termine tradotto con piacere o passioni è nel testo greco edoné (da cui il termine italiano edonismo).

 

Il rischio di intendere questa spiegazione in senso moralistico è alto, come osserva Daniel Attinger (pastore riformato e monaco di Bose) nel suo commento esegetico-spirituale alla Lettera di Giacomo (ed. Qiqajon, Bose 1985): «È capitato spesso che si isolasse questo versetto dal suo contesto per farne un vero strumento di terrorismo spirituale. “Chiedete qualcosa che non ottenete? Perché mai? Perché avete pregato male”. E con ciò si accusano gli oranti di tutti i mali che succedono… Tale critica è troppo facile e troppo comoda!» (p. 49).

 

Allora, che cos’è il «chiedere male»? «È dimenticare che la preghiera non è fondamentalmente una mia attività… Vera preghiera è quella che Cristo rivolge al Padre, vera preghiera, quella che viene esaudita, non è quella che nasce dall’uomo vecchio e dai suoi desideri, ma quella che Cristo rivolge a Dio abitando in noi, preghiera che implica che si faccia tacere la propria voce per lasciar parlare in sé Colui che è la Parola di Dio» (ibidem).

In fondo è la stessa cosa che intendeva Paolo nel versetto citato all’inizio: poiché «non sappiamo neppure che cosa dobbiamo chiedere come si deve, ma lo stesso Spirito intercede con gemiti inesprimibili» (traduzione TLE). Amen.