La sconfitta della morte
Un giorno una parola – commento a Genesi 3, 19
[Dio disse] «Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu torni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai»
Genesi 3, 19
Chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna
Galati 6, 8
Abbiamo tante volte cercato di cancellare questa pagina biblica perché è segnata da una tremenda e dolorosa realtà: tutto finisce in polvere! Il cerchio della vita umana è chiuso senza uno spiraglio di libertà e tutto quanto è stato da noi costruito con passione e con generosità, ecco, tutto finisce in polvere. Scrive un esegeta: “[La morte] sarà oramai lo sfondo sempre presente, il termine a cui la vita umana di fatica va, l’ombra che nulla può scartare …” (G. Miegge).
Noi non possiamo cancellare quanto scritto anche perché dolorosamente rispecchia la vita umana ieri come oggi. Il ritorno alla “polvere” non è, però, una maledizione, una specie di vendetta di Dio contro l’uomo. Si tratta della conseguenza naturale dell’uomo non più in Eden.
Cosa sussiste nel vivere umano? Dove troviamo segni di speranza per il domani? Ora il lettore della Bibbia si chiede: cosa posso io trarre di buono da questa pagina così dolorosa? Se non posso cancellarla, come interpretarla?
Nei limiti imposti dal vivere umano scorgiamo una via nuova che si apre davanti ad ogni credente: è la via indicata dal Signore Gesù il Risorto. Vi è il dolore, vi è caduta, vi è la morte, ma ecco che nella storia dell’umanità appare altro e non è una illusione o fantasia; la morte è sconfitta!
L’apostolo Paolo, parlando della resurrezione del Signore, ricorda l’antica parola dei profeti: “La morte è stata sommersa nella vittoria”. “O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?” (I Corinzi 15, 54-55).
Restiamo fermi nella fede in Colui che ha vinto la morte e ha aperto per noi la via della vita! Amen.