La nostra appartenenza al popolo del Signore
Un giorno una parola – commento a Matteo 28, 19-20
Fate conoscere le sue opere tra i popoli, proclamate che il suo nome è eccelso!
Isaia 12, 4
Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate
Matteo 28, 19-20
A conclusione del suo scritto, l’evangelista Matteo pone un interrogativo ai suoi lettori: quale è l’identità del credente e il significato della propria vita? Tante volte l’umanità ha cercato di segnare il proprio cammino attraverso le vittorie sopra i nemici. Gli antichi affermavano che la morte di molti è vera vita per se stessi. La morte ha sempre segnato i fatti dell’umanità, ma ora Gesù salutando i discepoli chiede che vi sia una nuova visione della vita.
Dunque, responsabilità nei confronti delle vicende del mondo soprattutto ora che il Signore saluta i suoi per salire al Padre. Noi siamo dei discepoli senza maestro e dobbiamo affermare con umiltà tale identità come impegno nella predicazione del vangelo. Non è un riconoscimento di saggezza umana, ma responsabilità perché l’opera di Dio produca frutti di vera vita.
Il mondo ha bisogno di intraprendere un cammino nuovo perché vi sia pace e giustizia, un cammino per rendere l’umanità e la creazione senza più odio e violenza. Un cammino segnato non da vittorie umane, ma dalla trasformazione di ognuno per trovare riposo nel Signore.
Così che tale cammino riceve un particolare segno per rendere evidente la nostra nuova appartenenza al popolo del Signore. Tale segno è il battesimo. Un segno che i libri della Bibbia più volte hanno presentato nei momenti particolari del cammino del popolo di Dio. Ora chi riceve tale segno assume la gioiosa responsabilità di operare ogni giorno per la vittoria del piano di Dio: non più violenza, non più odio né guerra, ma la pace frutto della giustizia del Signore. Si tratta di accettare con riconoscenza l’alba di un nuovo giorno, il giorno luminoso del Regno di Dio. Amen.