Dentro e fuori dalle carceri
I progetti dell’Otto per mille valdese dedicati al tema
È in distribuzione in tutto il territorio del pinerolese nell’area sud della provincia di Torino (lo trovate in centinaia di luoghi pubblici, dalle biblioteche ai negozi) il numero di agosto del mensile free press L’Eco delle valli valdesi che potete leggere integralmente anche dal nostro sito, dalla home page di di www.riforma.it. Il numero contiene un dossier dedicato alla difficile situazione delle carceri italiane. Qui di seguito una intervista alla responsabile dell’Ufficio Otto per mille della Tavola valdese per parlare dei progetti sostenuti attraverso questo canale.
I dati dell’Otto per Mille valdese legati ai progetti in carcere dicono che nell’ultimo triennio sono stati finanziati 107 progetti (43 nel 2022, 25 nel 2023 e 39 nel 2024) per un totale di circa 1.700.000 euro investiti. A una prima lettura ci verrebbe da dire «bene!». Invece abbiamo approfondito l’argomento con Manuela Vinay, responsabile dell’Ufficio Otto per Mille della Tavola valdese, e il quadro non è così ottimistico come pensavamo. «Sono ancora troppo poche le richieste di finanziamenti per progetti che riguardano attività nelle carceri italiane. Ogni anno riceviamo, in totale, circa 4000 richieste. Di queste soltanto una novantina sono quelle legate al mondo della detenzione e quelle ammissibili di finanziamento circa un terzo. Perché anche se sono poche siamo molto attenti a scegliere quelle che realmente sono strutturate».
Un elemento che sottolinea la serietà dell’Ufficio, che trova molte difficoltà a entrare in contatto e lavorare con questo mondo. «L’esempio più lampante è il video che abbiamo girato pochi mesi fa (e che trovate inquadrando il codice Qr in questa pagina): per entrare nel carcere di Marassi di Genova abbiamo dovuto seguire un iter molto complesso e rigido, per poter girare poche immagini. Capiamo che è necessario mantenere un alto standard di sicurezza ma in questo modo molte associazioni sono quasi scoraggiate a intervenire nelle prigioni. In fondo sono composte da volontari che dedicano il proprio tempo agli altri, e non sono molti perché sembra che il mondo carcerario sia un qualcosa che non ci debba riguardare, che chi è recluso in fondo se l’è cercata, ed è giusto che stia lì, senza opportunità».
– Ma quali tipi di attività vengono sostenuti dall’Otto per Mille valdese?
«Le categorie di intervento – continua Vinay – sono quelle dei laboratori di vario genere (la più rappresentata), la formazione professionale, l’inclusione lavorativa, l’indagine e ricerca, lo sport e il sostegno e inclusione sociale. L’ambito in cui ci sono più progetti non è tanto quello del lavoro e della formazione al lavoro ma è quello legato al mondo dell’arte con esperienze musicali, e soprattutto di teatro: proprio a Genova, unica esperienza in Europa, è stato costruito un teatro nel carcere. E anche da queste esperienze spesso possono nascere nuove passioni nei detenuti che si sviluppano in occupazioni lavorative una volta terminata la pena». La capillarità dell’Otto per Mille raggiunge tutta l’Italia come si può vedere nella cartina a lato, in cui sono rappresentati i numeri dei progetti divisi per Regione.
– Pochi progetti invece dedicati a donne e minori.
«In realtà percentualmente siamo ai livelli di quelli in cui sono coinvolti gli uomini, essendoci meno carcerate femminili e minori. In questo ultimo caso però riscontriamo ancora maggiori difficoltà a entrare nelle strutture, per norme ancora più stringenti».
– Un pensiero finale è rivolto a chi vuole impegnarsi in questo settore…
«Spazi e opportunità sono veramente molti, nonostante sia una realtà molto complessa e difficile da affrontare, siamo convinti però che non ci si debba voltare dall’altra parte, anche perché i dati parlano chiaro: chi ha avuto una seconda chance, in carcere, di impegnare il proprio tempo in qualche attività raramente è recidivo, mentre la percentuale sale e di molto in chi non ha usufruito di queste, purtroppo rare, opportunità».