«Gaza. L’assedio deve finire e lo spazio umanitario deve essere protetto»

L’intervista a Rudelmar Bueno de Faria, segretario generale di Act Alliance

 

Rudelmar Bueno de Faria, segretario generale di Act Alliance, si è soffermato a riflettere sulla situazione allarmante a Gaza e su come le chiese stanno rispondendo alla drammatica crisi in corso.

 

Act Alliance è una organizzazione cristiana che raggruppa oltre 140 realtà da 120 nazioni impegnate a proporre aiuto umanitario, di genere, ambientale, per la pace e a supporto di minoranze e comunità locali.

 

«Il fondamento di Act Alliance nel partenariato ecumenico non è solo un impegno teologico, ma anche un punto di forza strategico», ha spiegato de Faria. «I nostri membri sono radicati in chiese e comunità di fede locali che godono di profonda fiducia e legittimità tra le popolazioni colpite», ha affermato. «Questo ci permette di operare in contesti complessi e ristretti, dove altri attori potrebbero incontrare rifiuto o sfiducia».

 

A Gaza, come in altre zone di conflitto, de Faria ha spiegato come il partenariato ecumenico consenta ad Act Alliance di parlare con chiarezza morale e con un obiettivo comune.

 

«Sfidiamo i modelli umanitari militarizzati non solo attraverso l’advocacy pubblica, ma fornendo alternative, risposte basate sulla comunità e guidate localmente, che siano responsabili nei confronti delle persone che servono, non delle parti in conflitto». Attraverso il nostro membro, il Dipartimento per i servizi ai rifugiati palestinesi del Consiglio delle chiese del Medio Oriente, siamo presenti a Gaza non come estranei, ma come parte integrante del tessuto sociale e spirituale della regione».

 

La solidarietà di Act Alliance «affonda le sue radici nella testimonianza profetica della Chiesa, che invoca giustizia, denuncia la strumentalizzazione degli aiuti e sostiene i principi umanitari anche quando risultano scomodi per le potenze geopolitiche», ha aggiunto de Faria.

 

In una recente dichiarazione, Act Alliance ha espresso profonda preoccupazione per l’attuale situazione a Gaza, dove gli aiuti umanitari non solo sono limitati, ma attivamente utilizzati come armi.

 

«Neutralità e dignità non sono concetti teorici per noi; sono principi vissuti», ha affermato ancora de Faria. «Significano fornire assistenza basata esclusivamente sul bisogno, salvaguardare le vite dei civili e rifiutarsi di essere cooptati da agende politiche o militari».

 

I modelli di aiuto di Act Alliance danno priorità alla protezione, al consenso della comunità e alla dignità delle persone assistite. «Non accettiamo la narrativa secondo cui la risposta umanitaria debba comportare il rischio di morte», ha affermato de Faria. «Questo non è aiuto; è coercizione».

«Non siamo guidati da interessi nazionali o programmi politici; siamo guidati da valori di compassione, giustizia e dalla sacra dignità di ogni vita umana».

 

Per influenzare governi e organismi internazionali, Act Alliance mobilita i suoi membri affinché parlino con una sola voce, unendo le comunità del Sud e del Nord del mondo nell’esigere azioni basate sui principi. I membri di Act Alliance si impegnano anche nei canali diplomatici attraverso coalizioni ecumeniche e interreligiose, come il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, per fare pressione affinché vengano revocati i blocchi e ripristinati i meccanismi di coordinamento multilaterale.

 

«Nell’attuale contesto polarizzato, gli attori religiosi possono fungere da costruttori di ponti, chiedendo ai governi di rispondere delle norme umanitarie, non solo di calcoli politici», ha affermato de Faria. «Il nostro appello è chiaro: l’assedio deve finire e lo spazio umanitario deve essere protetto».

 

«Come alleanza basata sulla fede, intendiamo gli aiuti umanitari non solo come un esercizio tecnico, ma come un sacro dovere di sostenere la vita in tutta la sua pienezza», ha concluso. «Questo significa affrontare l’intero spettro dei bisogni umani: fisici, emotivi, spirituali e comunitari».

 

A Gaza, questi sforzi sono profondamente messi a dura prova dai bombardamenti e dall’assedio, eppure l’impegno rimane. «Lavoriamo ogni giorno per garantire che gli aiuti non siano solo una risposta al bisogno, ma una riaffermazione della dignità umana e della speranza».

 

 

 

Photo: DSPR