
Open Church: vieni, visita, prova
In occasione della settimana dei diritti umani, per tre giorni le porte della chiesa battista di Milano – via Pinamonte sono state aperte al quartiere: testimonianza, incontri, crescita comunitaria
Per la settimana dei diritti celebrata dall’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), come chiesa battista di Milano – via Pinamonte, abbiamo aperto le porte al quartiere dal 3 al 5 aprile e inaugurato la riedizione della mostra fotografica su Martin Luther King con nuovi strumenti multimediali. Volevamo far vedere che si può sfuggire all’ossessione dell’apocalisse imminente per immaginare un futuro di speranza e pacifica convivenza. Desideravamo dare un assaggio del regno dei cieli, convinti che i suoi semi stiano già germogliando.
Abbiamo mobilitato più di 20 fratelli e sorelle di chiesa, che si sono dati il cambio per tenere la chiesa sempre aperta. Ci siamo preparati per accogliere le persone, che sarebbero venute a conoscere la nostra realtà, con un giro turistico del locale di culto che fosse testimonianza evangelica: presentazione della mostra, la Bibbia, il fonte battesimale, l’installazione Questa non è una croce dell’artista Kuturi, e infine la Confessione di fede dell’Ucebi. All’ingresso era sempre pronto un caffè, la musica rallegrava l’ambiente, una breve meditazione era proposta quotidianamente sia la mattina sia il pomeriggio e un filmato su Martin Luther King preparato da chi scrive e da Libero Melotti era proiettato ogni sera. Tuttavia, non era abbastanza per dimostrare che un’altra umanità è possibile. Abbiamo quindi organizzato delle occasioni per stare insieme: tre laboratori e un pasto comune.
Venerdì abbiamo invitato tutte le persone che lavorano e studiano nel quartiere a trascorrere la pausa pranzo da noi. Abbiamo apparecchiato lungo la navata centrale i tavoli, a partire da quello della Cena sul quale erano pane, uva e Bibbia. Mentre le cuoche, Mariarosa Roversi e Karina Zangaro, si davano da fare a cucinare, abbiamo distribuito inviti a chi lavora nei negozi, negli uffici oppure per strada. Poi abbiamo atteso, chiedendoci se avremmo avuto sufficiente cibo, oppure se sarebbe avanzato tutto, perché saremmo rimasti soli. Con grande trepidazione abbiamo accolto i primi ospiti. Avevamo però ancora cibo e tavoli pronti: alcuni sono quindi usciti per le strade a invitare chiunque fosse disponibile, perché il pranzo era pronto. È stato a volte difficile perché non tutti sono gentili, e allora bisogna imparare a mantenere la calma. Con la chiamata dell’ultimo minuto abbiamo riempito tutti i posti. Abbiamo così verificato che in una dimensione intima e rilassata come quella di un pranzo è più facile confidarsi e abbassare le barriere per ascoltare una parola fraterna.
Laboratorio di musica gospel, laboratorio di pittura e laboratorio di “orecchiette pugliesi” sono state altre tre proposte concrete per essere un gruppo che insieme impara, si aiuta e si diverte. La partecipazione è stata di circa 20 persone per ogni laboratorio, la composizione eterogenea sia per età sia per provenienza. Vi hanno partecipato soprattutto simpatizzanti che da poco frequentano la chiesa, alcuni loro amici e amiche e il gruppo giovani, che in una sua piccola parte è stato anche “gruppo residente”, dormendo e vivendo in chiesa. Bravissime le maestre dei laboratori, che hanno coinvolto e insegnato con sapienza ed entusiasmo. Teodora Matei, la nostra pianista, ha insegnato un canto gospel, che è stato poi eseguito al culto di domenica 6 aprile; Franca Ciccone, anziana sorella di chiesa, ha impastato due chili di farina e insegnato a fare le orecchiette, che sono poi state consumate subito dopo in grande allegria; Alessandra Vaghi, pittrice che da poco ci frequenta, ha insegnato a colorare alcuni soggetti in stile caravaggesco con grande divertimento dei molti giovani presenti e permettendoci di scoprire talenti inespressi.
Sabato sera il gran finale: le allieve della scuola danza del Teatro Carcano, coreografate dalla sorella Analu De Pinho, hanno dato corpo e visione al motto dell’iniziativa: «Testimoni di cambiamento e riconciliazione». Tre quadri alternati da letture di testi di M. L. King e da una parte del discorso di C. Chaplin in una delle scene cult del film Il grande dittatore. Proprio quelle parole e la colonna sonora opportunamente riadattate erano la musica dell’ultimo quadro: «the speech»: una testimonianza di grande potenza visiva che ha emozionato tutti i convenuti.
La domenica al culto le ricadute positive dell’esperienza erano già visibili. C’era uno spirito di entusiastica mobilitazione: nuovi giovani hanno partecipato al culto così come due signore conosciute in questi giorni. Piccoli numeri certamente a fronte di un grande sforzo, ma è la dimostrazione che praticare l’evangelizzazione fa bene innanzi tutto alla comunità che in questa vocazione si fa coinvolgere.
Vorrei concludere ringraziando lo staff organizzatore dell’evento di cui mi pregio di essere stata parte: il pastore Ivano De Gasperis, Silvana Pilligua e Raffaele Scazzariello.