Di segni e di visioni. La Croce fa scandalo

L’appuntamento di marzo con la nuova rubrica di Riforma fra arte e spiritualità

 

Quando Renato Guttuso dipinge la “sua” Crocifissione è il 1941: la guerra, la Seconda Guerra mondiale, è da poco cominciata e il fascismo sta celebrando la narrazione di se stesso e del Paese che domina in termini di forza, ordine, fierezza della propria capacità di aggressione.

Guttuso aveva già sperimentato la censura del regime quando l’anno prima quest’ultimo aveva sciolto “Corrente”, il gruppo milanese fondato nel 1938 da Ernesto Treccani, e composto da altri giovani artisti, scrittori e intellettuali insofferenti al controllo culturale fascista e alla retorica accademica.

 

Sicuramente, dunque, non dovette stupirsi quando nel ’42 il comitato organizzativo del Premio Bergamo, istituito da Bottai per sostenere l’arte contemporanea italiana, rifiutò la sua opera.

Un inaspettato ripensamento ammetterà poi l’opera al concorso, e Crocifissione si aggiudicherà il secondo premio, mentre il primo andrà al ben più rassicurante La famiglia in campagna di Francesco Menzio.

 

A fare scandalo, nel quadro di Guttuso, c’era oggettivamente molto: la Maddalena nuda, Gesù “inquadrato” solo in parte, la ribellione al male affidata solo allo sguardo maestosamente disperato del cavallo e – orrore! – ai pugni sollevati e chiusi del Cristo e dell’altro crocifisso – forse il ladrone pentito, mentre l’altro, quello incredulo fino alla fine, ha le mani legate dietro la schiena ed è rosso come il diavolo.

 

Una crocifissione che destabilizza, dunque: non c’è nulla di ordinato nell’affollamento dei personaggi e dei loro pensieri, scuri e sinistri quelli dei vincitori maligni, chiari e luminosi quelli degli apparentemente vinti.

Come in Guernica, dipinto da Picasso nel 1937, protagonisti sono l’urlo rabbioso contro il male, e lo scandalo della disubbidienza umana alla giustizia, alla pietà, al rispetto per chi soffre. «Abbia pietà», chiede una donna all’uomo più potente del mondo. «Mi chieda scusa”, le risponde lui.

 

La croce fa scandalo – è il suo mestiere.Nel quadro di Guttuso, noi, che colore avremo?