Napoli ha accolto l’Ecumenical Day
Si è svolta ieri la celebrazione promossa dal Comitato ecumenico nazionale, che ha visto la partecipazione dei responsabili delle Chiese cristiane in Italia. L’incontro si è aperto presso la Chiesa Valdese
Napoli ha ospitato ieri la celebrazione nazionale dell’Ecumenical Day, promossa dal Comitato ecumenico nazionale, che ha visto la partecipazione dei responsabili delle Chiese cristiane in Italia.
L’appuntamento, organizzato nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc), ha avuto inizio alle 16,30 presso la Chiesa Valdese in via dei Cimbri, gremita per l’occasione oltre che da religiosi, anche da gruppi, giovani, associazioni aperte al dialogo ecumenico.
A fare gli onori di casa, la pastora valdese Letizia Tomassone. «Come cristiani napoletani esprimiamo la nostra gioia che questa città possa segnare un passo nel cammino ecumenico delle nostre chiese in Italia, attorno alla confessione di fede in Gesù Cristo. Radicati nel testo evangelico e nel Credo niceno, insieme possiamo trovare i modi di presentare la ricchezza delle nostre differenze ad una società che tende a omologarle e appiattirle, le differenze».
Tomassone ha ricordato che gli evangelici, presenti a Napoli da due secoli con la comunità luterana e quella svizzera riformata, sono la presenza confessionale cristiana più recente ma hanno radici anche nel ‘500, nella predicazione di Bernardino Ochino nel XVI secolo, di Pietro Martire Vermigli e del conte Galeazzo Caracciolo. Tutti coinvolti nel circolo di Juan de Valdes e nell’opposizione alla presenza dell’Inquisizione a Napoli. Fin da allora la centralità del dono della grazia in Gesù Cristo e la ricerca di libertà di predicazione erano portati avanti con fermezza, seppure i predicatori fossero costretti alla fuga e all’esilio in terre protestanti.
«Oggi possiamo dire che le nostre città sono luoghi di libera circolazione delle differenti presenze cristiane – ha proseguito la pastora –, e proprio il dialogo aperto fra chiese diverse andrebbe valorizzato per il bene della crescita spirituale di noi tutti e tutte. Lo Spirito Santo porta libertà e differenza nell’armonia dell’unico corpo di Cristo». Infine, richiamando il dialogo tra Gesù e Marta (Giovanni 11, 17-27) quale testo biblico scelto quest’anno per la preghiera comune, la pastora ha concluso: «Da valorizzare è lo sguardo che Gesù orienta sulle donne nella comunità dei discepoli e delle discepole. E questa è un’altra ricchezza che come chiese insieme abbiamo, uno dei doni che reciprocamente ci possiamo scambiare. Infatti, donne delle diverse chiese – anglicana, evangeliche e cattoliche – abbiamo deciso di proporre mese dopo mese in questa città la predicazione delle donne, mettendoci in ascolto le une delle altre. Così auguriamo che anche questi giorni di preghiera comune siano pieni di attenzione e ascolto di quanto l’altra confessione cristiana può portare come dono in vista dell’unità dei e delle cristiane, che è sempre e soltanto opera di Dio».
Dopo aver unito le voci nel famoso inno “Amazing grace”, i rappresentanti nazionali delle chiese cristiane, i responsabili delle chiese cristiane di Napoli e della Campania e credenti di diverse confessioni si sono incamminati verso il Duomo dove si è svolta la Preghiera ecumenica. Hanno partecipato all’evento: per la Chiesa Cattolica, S.E. Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione Episcopale Ecumenismo e dialogo; per la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, S. E. Giorgio Di Krateia, vescovo ausiliare; per la Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, p. Gheorghe Militaru, vicario generale; per l’Amministrazione delle parrocchie della Chiesa Ortodossa Russa, sacerdote Mikhail Povaliayev; per la Chiesa Armena, rev.do Hovig Bsag Tepirjian; per la Chiesa Copta di Milano, S. E. Anba Antonio, vescovo; per la Chiesa Copta di Roma, p. Gabriel Antonio; per la Chiesa Serbo Ortodossa, p. Dušan Djukanović; per la Chiesa d’Inghilterra in Italia, revd Madre Jules Cave Berquist, vicepresidente; per la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, pastore Daniele Garrone, presidente; per la Chiesa Evangelica Luterana, Pastora Kirsten Thiele, vicedecana; per la Chiese Evangeliche Valdesi, Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese; per la Chiese Evangeliche Metodiste in Italia, pastore Luca Anziani, presidente; per l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, dott.ssa Marta D’Auria, vicepresidente; per l’Esercito della Salvezza, maggiore Lidia Bruno; per la Comunione delle Chiese libere, predicatore Antonio Pierri, coordinatore; per la Chiesa della Riconciliazione, pastore Franco Bosio.
La liturgia ha visto alternarsi letture, canti e brevi riflessioni dei diversi rappresentanti del Comitato ecumenico nazionale. Particolarmente toccante il momento della liturgia in cui, prima di confessare la fede comune con le parole del Credo niceno di cui quest’anno ricorrono 1700 anni dalla sua formulazione, tutti i presenti nel Duomo hanno ricevuto una candela: accesa la prima, a poco a poco la luce è stata condivisa tra i rappresentanti delle varie chiese cristiane che poi, scesi dall’altare, si sono diretti tra le panche, accendendo le candele dei fratelli e sorelle presenti. “La luce di Cristo” è la frase risuonata mentre si accedevano tutte le luci: in un mondo dominato dalle tenebre, la preghiera dei cristiani e delle cristiane riuniti a Napoli è stata quella di chiedere a Dio di non spegnere la luce della fede, per la quale si può sperare contro speranza ed essere certi che Dio è all’opera per portare a compimento l’unità che Cristo desidera per il suo popolo.
Foto di Maria Esposito e Enzo Busiello
Nell’immagine di apertura tutti i rappresentanti delle chiese cristiane in Italia davanti alla fonte battesimale di san Giovanni in Fonte, battistero paleocristiano di Napoli. È situato a destra dell’abside della cattedrale più antica la basilica di Santa Restituta