«Dio non fa preferenze di persone»
Scelto il versetto che unirà a maggio le Veglie per il superamento dell’omotransbifobia 2025
Ogni anno, maggio si accende di speranza e impegno con le Veglie ecumeniche di preghiere e i culti domenicali dedicati al superamento dell’omotransbifobia e di ogni discriminazione. Quest’anno, il versetto biblico che guiderà questo cammino spirituale e comunitario che è risultato il più votato nella consultazione pubblica on line, appena conclusa, è tratto dagli Atti degli Apostoli 10,34-35: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga”.
Queste parole, pronunciate da Pietro nella casa di Cornelio, risuonano come un appello a tutte le Chiese e le comunità credenti: Dio ci chiama ad abbandonare il pregiudizio e ad aprirci all’amore universale. È un messaggio radicale che invita a riconoscere la bellezza della diversità, affermando che nessuno è escluso dal Suo abbraccio.
Pietro stesso, dopo aver affrontato i propri pregiudizi, riconosce che lo Spirito Santo si manifesta in modi che sfidano le convenzioni umane. Il racconto di Atti è una testimonianza di inclusione: chiunque, indipendentemente dalla propria identità, orientamento o vissuto, è accolto da Dio. Questo versetto parla direttamente alle persone LGBT+, ai loro familiari e a chiunque sia stato emarginato o ferito dal giudizio umano.
«Era il 2007 quando, nel Tempio valdese di Firenze, si svolse la prima veglia contro l’omofobia e la transfobia con i cristiani Lgbt+ del gruppo Kairos. Un piccolo gruppo di credenti si riunì per pregare e riflettere su una realtà dolorosa: l’odio, la discriminazione e la violenza che molte persone Lgbt+ subivano quotidianamente, spesso nell’indifferenza della società e, talvolta, nel silenzio delle chiese. Quella veglia non fu solo un atto di preghiera, ma anche un atto di coraggio e di testimonianza. Era la prima volta che una comunità di fede evangelica in Italia alzava pubblicamente la voce per denunciare l’omofobia, ponendo al centro il messaggio dell’Evangelo: “Dio non fa preferenze di persone” (Atti 10,34). Quella sera si piantò un seme destinato a crescere e a portare frutto nel tempo», si legge sul sito gionata.org, a firma di Di Innocenzo.
«La veglia di Firenze – prosegue Di Innocenzo – fu un segno profetico che ispirò altre comunità evangeliche in Italia. Ogni anno da allora, nel mese di maggio, in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, le chiese metodiste, valdesi, battiste e luterane si uniscono in molte città italiane per organizzare delle veglie di preghiera
https://www.gionata.org/inveglia/. Da Milano a Roma, da Torino a Palermo, queste iniziative sono diventate momenti preziosi di riflessione, ascolto e testimonianza pubblica».
Le chiese battiste: solidarietà e testimonianza
Le chiese battiste italiane, rappresentate dall’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Ucebi), hanno dato un contributo significativo a questo percorso: «Durante la storica sessione congiunta del 3 e 4 novembre 2007 con il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, fi approvato un documento importante – si legge ancora –, sul tema dell’omosessualità. In quel testo si affermava: “Condanniamo fermamente tutte le forme di violenza, esclusione e discriminazione verso le persone omosessuali, in quanto contrarie al messaggio dell’Evangelo e lesive della dignità umana”.
Questo pronunciamento sottolinea come il cuore dell’Evangelo sia l’amore incondizionato di Dio, che accoglie tutti senza distinzione, e invita le comunità battiste a impegnarsi attivamente per promuovere una società più giusta e inclusiva».
L’impegno delle chiese metodiste e valdesi
Il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, nel 2015, «prese una posizione chiara e coraggiosa, dichiarando: “Siamo chiamati a contrastare con forza ogni forma di discriminazione verso i fratelli e le sorelle omosessuali e a evitare la strumentalizzazione della Parola a questi fini”. Da allora, l’impegno delle chiese valdesi e metodiste si è consolidato, includendo non solo la preghiera, ma anche percorsi di ascolto, dialogo e formazione nelle comunità», si legge ancora. […]