Consumo di suolo agricolo


Il posizionamento di pannello fotovoltaici preoccupa il mondo dei coltivatori

Cresce il consumo di suolo agricolo occupato dai campi fotovoltaici. In tutta la pianura della Città Metropolitana di Torino siamo ormai al vero e proprio “land grabbing”, con gli agricoltori che segnalano decine di contatti ricevuti da intermediari immobiliari che cercano di convincere le aziende agricole a cedere i terreni coltivati su mandato di società energetiche che hanno sede in tutta Italia.


Coldiretti Torino ha calcolato che, nel Torinese, questa nuova ondata di consumo di suolo coinvolge ben 10 milioni di metri quadrati di campi agricoli. In alcuni casi si tratta di proposte di cessione ma in molti altri casi le società energetiche cercano di coinvolgere gli agricoltori come “partner agricoli” in progetti di campi “agrivoltaici”, dove l’altezza da terra dei pannelli dovrebbe garantire spazio anche per le coltivazioni, a patto che il valore dei ricavi agricoli rimanga invariato rispetto alle preesistenti coltivazioni e le colture sotto i pannelli non siano solo di facciata per giustificare l’occupazione del suolo. Si tratta, quindi, di progetti la cui effettiva efficacia agricola va attentamente verificata.

«Questo – sottolinea Coldiretti – mentre continua a essere preclusa agli agricoltori la possibilità di utilizzare i tetti agricoli già edificati per produrre energia fotovoltaica senza ulteriore consumo di suolo. E mentre non vengono sfruttate le aree industriali dismesse».

Dal Canavese al Pinerolese, passando per i comuni della seconda cintura di Torino e dal Chierese, sono molti i progetti già presentati e che stanno vedendo le prime installazioni di pannelli. A questi si aggiungono i campi fotovoltaici già realizzati nel 2023 e nel corso di quest’anno. I territori comunali più colpiti sono Cumiana, Chivasso, Torrazza, Rondissone, Frossasco, San Giorgio Canavese, Leinì e altri se ne aggiungeranno nei prossimi mesi.

«I nostri agricoltori si sentono letteralmente assediati dai campi fotovoltaici – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici –. Se non fermiamo questa occupazione di suolo presto avremo perso una quota importante dei campi a disposizione per produrre cibo. Mentre in questo modo cambia il paesaggio della pianura torinese stanno anche cambiando le regole di mercato dei terreni dove assistiamo a crescite di valore anche del 3-400 per cento e dove i grandi proprietari, allettati dalle offerte per i campi fotovoltaici, chiudono i contratti di affitto storici con i coltivatori diretti per vendere i terreni o per entrare in partnership con le aziende energetiche. La Regione deve salvare tutto il nostro suolo agricolo e deve fermare questa corsa alla speculazione che rischia di lasciarci senza prodotti agricoli di prossimità in un momento storico in cui l’approvvigionamento di cibo rappresenta sempre più una partita strategica mondiale».