Nascondimento e rivelazione di Dio
Un giorno una parola – commento a Isaia 45, 15
In verità tu sei un Dio che ti nascondi, o Dio d’Israele, o Salvatore!
Isaia 45, 15
Mi è stata data questa grazia di annunciare agli stranieri le insondabili ricchezze di Cristo e di manifestare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al mistero che è stato fin dalle più remote età nascosto in Dio, il Creatore di tutte le cose
Efesini 3, 8-9
Dio si rivela (si è rivelato) al popolo dell’alleanza e allo stesso tempo si nasconde (si è nascosto). Questa affermazione di Isaia sembra una aporia di difficile soluzione, e le opzioni dei commentatori si dividono nel collegare o meno il testo alla profezia precedente di Ciro. Allora, il nascondimento “rivelatore” di Dio sarebbe proprio la scelta di Ciro, la sua preparazione, il suo intervento che sconfigge i babilonesi. Dio si nasconde nella storia nella persona di Ciro, l’opera divina si rivela nascondendosi nella biografia dello strumento scelto da Dio per portare la storia ad una crisi che libera Israele e sconfigge il nemico storico.
Ma quello che conta nel testo è che appunto, quello che è rivelato nel nascondimento è la natura stessa della rivelazione divina, ciò che è rivelato è l’essenza stessa dell’opera divina nella storia. Essa è tesa, diretta verso la salvezza (o Dio di Israele, o Salvatore), l’invocazione confonde o meglio identifica Dio con la salvezza storica. Dio si rivela come Dio d’Israele, questa è la sua identità quando agisce nella storia, ma è anche l’identità d’Israele che è il popolo di Dio che lo invoca.
Questa salvezza sarà operata nella storia nel nascondimento, non saranno gli ebrei con le loro forze e azioni a compiere la salvezza o la vendetta, ma Dio che si nasconde nelle azioni che Ciro compirà per sconfiggere i babilonesi e liberare dall’esilio Israele. Amen.