La promessa di un’alba vicina

Un giorno una parola – commento a I Giovanni 2, 8

 

Chi cammina nelle tenebre, privo di luce, confidi nel nome del Signore e si appoggi al suo Dio!

Isaia 50, 10

Le tenebre stanno passando, e già risplende la vera luce.

I Giovanni 2, 8

 

 

Non è sembrato anche a voi, sorelle e fratelli, di camminare talvolta nelle tenebre, quando la nostra vita pare come chiusa in una stanza buia, alla ricerca disperata di una porta, di una via di uscita, che, per quanto facciamo, non sappiamo trovare? Non avete anche voi pensato d’essere in certi momenti della vostra vita svegli in una lunga notte che sembra non volere finire, nell’attesa di un’alba che pare non voler venire? Il grande Eduardo De Filippo, nella sua “Napoli Milionaria”, in quel finale sospeso, nella spasmodica attesa che la medicina somministratale guarisca la piccola di casa gravemente ammalata, fa dire al protagonista, Gennaro Iovine, come battuta conclusiva della commedia: “Ha da passà ‘a nuttata” (“Deve passare la nottata”).

 

Il mondo stesso ci pare avvolto in un’angosciosa notte senza fine: guerre che non trovano la pace sperata, miseria e fame per chi è già misero e affamato, il problema del clima, che comporterà altre sofferenze, morte e distruzione, la difficoltà anche nella parte più fortunata del mondo a vivere il presente e a costruire un futuro. È in questa notte di tenebra del mondo, è nelle nostre personali notti di tenebra, proprio quando ci pare, individualmente o collettivamente, di camminare al buio, che siamo esortati e ammoniti a confidare nel Signore.

 

Esortati, affinché prendiamo coraggio e diamo fiducia al nostro Dio; ammoniti, perché in nessun altro e in nessun’altra realtà umana o terrena potremo trovare appoggio, sostegno e guida nel nostro cammino. “Le tenebre stanno passando, e già risplende la vera luce.” Non è solo la promessa di un’alba vicina: la vera luce, quella che le tenebre non possono accogliere, ma neppure possono vincere, risplende già: è la luce di Cristo Gesù, che ci prepariamo a ricevere, nella dimensione della memoria, nel Natale che viene.

 

Quella luce risplende, vincendo le tenebre del mondo e quelle angosciose della morte: lì guarda la nostra speranza per questa e per l’altra vita.