Il Consiglio ecumenico delle chiese condanna l’escalation di violenza in Medio Oriente

Il segretario del Cec Jerry Pillay: «Solo fermando queste ostilità possiamo aprire la strada a un dialogo significativo, che rimane l’unica via praticabile verso una pace sostenibile e giusta»

 

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), il pastore Jerry Pillay, ha condannato l’escalation di violenza in Medio Oriente, compresi i recenti attacchi aerei di Israele contro l’Iran e le sue operazioni militari in corso a Gaza e in Libano.

«Queste azioni non solo mettono in pericolo innumerevoli vite civili, ma costituiscono anche gravi violazioni del diritto internazionale, spingendo la regione verso un conflitto più ampio e devastante», ha affermato. «Chiediamo urgentemente a tutte le parti di esercitare una moderazione immediata».

 

Pillay ha osservato che un cessate il fuoco immediato a Gaza e in Libano è essenziale per prevenire ulteriori perdite di vite umane e sofferenze. «Solo fermando queste ostilità possiamo aprire la strada a un dialogo significativo, che rimane l’unica via praticabile verso una pace sostenibile e giusta».

 

Un recente voto della Knesset per vietare le operazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) in Israele potrebbe portare alla chiusura della sua sede centrale a Gerusalemme Est.

«Condanniamo fermamente questa decisione senza precedenti, che di fatto prende di mira un’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, e rappresenta una grave minaccia al lavoro cruciale dell’UNRWA, un organismo che, per oltre 70 anni, ha fornito aiuti e soccorsi indispensabili ai rifugiati palestinesi» ha proseguito Pillay. «In solidarietà con le persone colpite a Gaza, in Libano e in tutto il Medio Oriente, facciamo appello alla comunità internazionale e alle comunità religiose di tutto il mondo affinché si uniscano a noi nel sostenere la fine di questo ciclo distruttivo di violenza».

 

Pillay ha concluso: «Chiediamo un rinnovato impegno nei confronti del diritto internazionale, della diplomazia e del rispetto della dignità e della sovranità umana, che sono essenziali per costruire un futuro duraturo e pacifico per tutte le persone e le nazioni della regione».

 

 

Foto di Albin Hillert