Il popolo che Dio si è formato
Un giorno una parola – commento a Isaia 43, 21
Il popolo che mi sono formato proclamerà le mie lodi
Isaia 43, 21
Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio come servitore per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunciato, ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo
Ebrei 3, 5-6
In questa promessa che nella seconda parte del libro di Isaia il Signore dona ad Israele in esilio a Babilonia, la parola che mi ha più colpito è l’espressione verbale “mi sono formato”. Sia nella nostra traduzione sia nell’originale ebraico, “formarsi” è il medesimo verbo che troviamo in Genesi 2, 7, là dove si dice che “il Signore Dio formò l’uomo dalla polvere della terra”.
Fra le tante bellissime sculture che ornano la celebre cattedrale gotica francese di Chartres, ce n’è una che mi ha sempre colpito, che rappresenta proprio la formazione del primo essere umano ad opera di Dio. In essa il Creatore è rappresentato – con un chiaro riferimento all’inizio del Prologo di Giovanni: “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio e la Parola era Dio… Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lui” – con le fattezze di Gesù, “la Parola incarnata”, e tiene nelle braccia Adamo ancora addormentato proprio come una madre terrebbe il suo bambino, lo contempla con un dolce sorriso e lo plasma (lo “forma”) accarezzandolo con tanta tenerezza, quasi avesse paura di svegliarlo.
Potremmo allora forse anche affermare che il Dio che in Isaia parla al suo popolo l’abbia formato tenendone nelle braccia ogni singolo membro (io, tu, tutti e tutte noi), con le stesse carezze e la stessa tenerezza. E poiché nessuno è più felice di una madre quando poi il piccolo o la piccola che tiene nel suo grembo si sveglia, apre gli occhi, le sorride e le manifesta la sua gioia, così nessuno sarà più felice di Dio quando Israele, da lui liberato dall’esilio, proclamerà con gioia e con riconoscenza le sue lodi. Ed è anche felice ogni volta che noi, come sorelle e fratelli del popolo che continua a formare per sé, proclamiamo la sua lode, riconoscenti per i suoi benefici. Amen.