Essere cercati, trovati, incontrati da Gesù 

Un giorno una parola – commento a Giovanni 1, 41

 

Beato l’uomo che ripone nel Signore la sua fiducia

Salmo 40, 4

 

Andrea per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia»

Giovanni 1, 41

 

Per due volte in questo versetto compare il verbo “trovare”, verbo che, nel testo greco, è lo stesso così come in italiano ed indica il “trovare” qualcuno o qualcosa dopo averlo cercato. Proprio in questi giorni, durante un corso di formazione, ho riletto dopo tanti anni una frase che Hermann Hesse ha messo in bocca al suo personaggio Siddharta: «Quando qualcuno cerca allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa fuori di quella che cerca e che egli non riesca a trovar nulla, non possa assorbire nulla in sé, perché pensa sempre più unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo. Ma trovare significa: essere libero, restare aperto, non avere scopo». 

 

Questo testo straordinario mi ha fatto pensare a quale è il senso del “trovare” nel versetto biblico di oggi. Se da una parte sono certo che quando Andrea trova il fratello Simone è perché lo ha cercato con il preciso intento di portargli un annuncio, dall’altra non sono altrettanto certo che l’aver trovato il Messia sia stato il frutto di una uguale ricerca.

 

E mi piace pensare che Andrea, come gli altri con lui, abbiano trovato il Messia perché liberi, aperti, anche senza scopi precisi, e che il loro trovare in realtà sia stato l’essere cercati, trovati, incontrati da Gesù stesso. Molto spesso pensiamo che la nostra fede sia il risultato di una folle ricerca di un improbabile ed impossibile Assoluto. Forse dovremmo pensare alla nostra fede come il dono di un incontro che ci è stato possibile solo grazie all’iniziativa di Dio.

 

Amen!