Chiesa luterana in America contro la sentenza che prevede multe per i senzatetto

«Come Chiesa, siamo chiamati dalla grazia di Dio ad amare e servire i vicini più vulnerabili ed emarginati nelle nostre comunità»

 

​«Sono delusa dalla decisione della Corte Suprema nel caso Grants Pass v. Johnson, che apre la strada a pesanti sanzioni civili e penali per i nostri prossimi senzatetto costretti a dormire nei parchi o in altre proprietà pubbliche. Ciò potrebbe mettere a repentaglio il lavoro dei ministeri e delle organizzazioni luterane dedicate ad aiutare le persone senza dimora. Come Chiesa, siamo chiamati dalla grazia di Dio ad amare e servire i vicini più vulnerabili ed emarginati nelle nostre comunità».

 

Il riferimento della vescova Elizabeth A. Eaton, presidente della Elca, la Chiesa luterana in nord America, è alla recente sentenza della Corte suprema statunitense, che con un voto di 6 giudici contro 3, ha stabilito che le città possono vietare ai senzatetto di dormire all’aperto.

L’origine del caso è a Grants Pass in Oregon, cittadina la cui amministrazione ha deciso di multare e incarcerare chi sorpreso a bivaccare in parchi e strade pubbliche. Gloria Johnson, senzatetto, ha impugnato l’ordinanza denunciando la violazione dei suoi diritti costituzionali.

 

«Le comunità di culto della Chiesa luterana – prosegue l’intervento della vescova Eaton –   includono persone che vivono senza casa, il che non è un fallimento morale; spesso è il risultato di fattori sociali come la mancanza di alloggi a prezzi accessibili, salari stagnanti e mancanza di accesso ai servizi di salute mentale. Multare o incarcerare le persone senza affrontare queste cause profonde drena le risorse pubbliche che sarebbero meglio indirizzate ai servizi abitativi di sostegno.

 

Criminalizzare i senzatetto è fuorviante sia dal punto di vista etico che pragmatico. Come cristiani, siamo chiamati ad abbracciare i vicini emarginati con compassione, non con punizione. Penalizzare le persone per la mancanza di alloggi adeguati va contro i nostri principi fondamentali di giustizia e dignità. Cristo stesso non aveva “dove posare il capo” (Lc 9,58) e il profeta Isaia esorta il popolo di Dio a “condurre nella vostra casa i poveri senza tetto” (Is 58,7). Criminalizzare la loro situazione aggrava la loro sofferenza e diminuisce le loro opportunità di trovare stabilità”.

 

L’Elca sostiene la dignità di tutte le persone, affermando nel suo messaggio sociale del 1990 “Senza dimora: un rinnovamento dell’impegno” che «l’amore di Dio in Gesù Cristo… [ci spinge] a prenderci cura dei senzatetto come Dio si prende cura di tutti».

 

Invece di punire chi non ha un tetto, «dobbiamo sostenere le politiche e gli investimenti in alloggi a prezzi accessibili, aumentare le risorse per la prevenzione dei senzatetto, collaborare con i ministeri ed espandere i servizi di supporto. Criminalizzare i senzatetto è un’ingiustizia che dobbiamo respingere. Rimaniamo impegnati a difendere i nostri vicini senza casa».

 

Sul sito vaticannews anche John Berry, presidente nazionale della Società di San Vincenzo de’ Paoli sottolinea le difficoltà che le organizzazioni caritatevoli potrebbero trovarsi ad affrontare per aver prestato soccorso ai bisognosi: «Le persone non possono sparire. Credo che si trasferiranno nei boschi o in luoghi impervi. È una cosa tragica, per scomparire dalle nostre viste si troverebbero in situazioni di profondo disagio»·