Senegal. Una nuova «Carta per l’uguaglianza di genere»
Il progetto dell’Associazione cristiana mondiale per la comunicazione affronta gli stereotipi di genere e il sessismo nei media online presenti in Senegal
L’Associazione cristiana mondiale per la comunicazione (Wacc) collabora con l’organizzazione Communautés Africaines senegalese per migliorare la comunicazione di genere formando le giornaliste e i giornalisti senegalesi che operano nel paese africano.
Un’azione che passa attraverso un attento monitoraggio delle notizie che corrono sul web.
In Senegal l’Associazione per la comunicazione cristiana, infatti, promuovere da tempo azioni tese alla formazione per contrastare le rappresentazioni sessiste che i media digitali divulgano, spesso senza attenzioni e sensibilità. Dunque, proprio per migliorare la rappresentazione delle donne e per stimolare l’atto di denuncia di possibili violenze, è nato il progetto che prevede un periodo di mappature e di formazione.
Le donne, si legge sul sito dell’Associazione, «sono sotto rappresentate, stereotipate, soprattutto lo sono tra le notizie che corrono online; e questo accade malgrado si sia verificata una forte “femminilizzazione” anche dei media digitali» ha osservato Médoune Seck, il direttore esecutivo di Communautés Africaines.
La formazione che Communautés Africaines opera con i professionisti dei media in Senegal ha infatti dimostrato che la maggior parte dei giornalisti non ha alcuna familiarità con determinati concetti quali, ad esempio, l’uguaglianza di genere. Le stesse giornaliste, si legge, propongono rappresentazioni femminili stereotipate. Il progetto, dunque, si concentra in particolar modo su 20 media online (regolarmente registrati presso il Ministero delle Comunicazioni del Senegal) con un costante monitoraggio dei loro contenuti per documentare la rappresentazione delle donne e delle giovani, e poi segnalando le eventuali insensibilità e difficoltà riscontrate.
Gli indicatori base partono sempre da una prima costante: il numero di donne presenti nella rete o citate. E ancora attraverso il controllo delle fonti e dei testi; poi, mettendo la lente di ingrandimento sui fenomeni che evidenziano molestie e aggressioni sessuali. Non ultima, l’attenzione sul linguaggio utilizzato nella narrazione, nelle storie riportate e tra le notizie pubblicate, infine, su come queste siano poi diffuse in rete.
I partner della Wacc stanno lavorando in questi giorni con venti giornalisti professionisti, uno per ogni media. Il progetto dunque mapperà, guiderà e segnalerà gli abusi mediatici, perseguirà eventuali istigazioni alla violenza e proporrà raccomandazioni utili. Communautés Africaines sta elaborando una «Carta per l’uguaglianza di genere» e che i giornalisti e le giornaliste e così i mezzi d’informazione potranno utilizzare per migliorare la loro professione.