Le chiese riformate britanniche commentano il voto

«Pregheremo per la pace, la giustizia e il benessere di questa nazione»

 

Il voto britannico del 4 luglio ha visto un trionfo di proporzioni storiche del Partito laburista, che con 412 seggi su 650 complessivi potrà godere di una amplissima maggioranza per governare.

 

Pesante la sconfitta per il premier uscente Rishi Sunak .Keir Starmer è il nuovo Primo ministro. La campagna elettorale si è giocata molto anche sul tema delle migrazioni. Non a caso le prime parole del neo premier hanno riguardato lo stop immediato al contestatissimo accordo di ricollocazione – o deportazione – in Rwanda delle persone trovate ad entrare sul suolo britannico senza documenti. Un accordo costato già 270 milioni di sterline senza che una sola persona sia stata ricollocata.

 

Intanto le leader di tre chiese protestanti hanno firmato un comunicato congiunto di auguri per l’operato del nuovo Esecutivo.  Lynn Green, segretaria generale dell’Unione battista della Gran Bretagna, Helen Cameron e Carolyn Godfrey, presidente e vicepresidente della Conferenza metodista e Tessa Henry-Robinson, moderatora dell’Assemblea Generale della Chiesa Riformata Unita hanno scritto:

 

«Ci congratuliamo con Sir Keir Starmer per la sua nomina a Primo Ministro e con tutti coloro che ora prenderanno posto in rappresentanza delle loro circoscrizioni elettorali come membri del Parlamento a Westminster.

 

La campagna elettorale è stata molto combattuta, ma sappiamo che le vere sfide restano ancora da affrontare.

 

Il nuovo governo eredita una situazione in cui la povertà nel Regno Unito è aumentata e aggravata a un ritmo allarmante. Conflitti e persecuzioni in diverse parti del mondo stanno costringendo molti ad abbandonare le proprie case per cercare sicurezza in altri paesi, incluso il Regno Unito. La minaccia esistenziale del cambiamento climatico sta causando enormi sofferenze sia all’umanità che al mondo naturale in generale. C’è un urgente bisogno che i politici ripristinino la fiducia e ricostruiscano l’integrità nella vita pubblica. Ci sono anche enormi pressioni sul servizio sanitario nazionale, sull’assistenza sociale, sul sistema di giustizia penale, sull’istruzione e su altri servizi pubblici, nonché sulle finanze pubbliche.

 

È chiaro che nel Paese c’è voglia di cambiamento, ma anche la necessità di ripristinare la fiducia nella capacità della politica di affrontare queste sfide.

 

 

Esortiamo il nuovo governo a mettere in primo piano i bisogni di coloro che sono più vulnerabili ed emarginati mentre lotta per rispondere a questi problemi. Lo incoraggiamo inoltre a lavorare in collaborazione con le comunità locali per affrontarli, riconoscendo che tutti abbiamo un ruolo da svolgere in questi sforzi, e accogliamo con favore l’impegno assunto dal nuovo Primo Ministro di costruire forti partenariati con i gruppi religiosi. Le chiese di tutto il Regno Unito continueranno a rispondere praticamente in molti modi diversi, ma non vediamo l’ora di costruire rapporti con il nuovo governo e i parlamentari neoeletti e rimaniamo pronti a sostenere politiche e iniziative che offrano soluzioni giuste e sostenibili a lungo termine.

 

Offriamo le nostre preghiere per il Primo Ministro, per il nuovo governo e per tutti i parlamentari eletti. Pregheremo affinché la benedizione di Dio sia su tutti gli sforzi volti a cercare la pace, la giustizia e il benessere di questa nazione – e laddove potremo incarnare quella benedizione, lo faremo».