La migrazione dal Punjab
Soprattutto i giovani lasciano lo Stato indiano che non offre lavoro. Era del Punjab anche Satnam Singh, l’operaio di 31 anni lasciato morire dal suo datore di lavoro dopo un tragico incidente sul lavoro
La morte di Satnam Singh, operaio 31enne di una cooperativa agricola nella provincia di Latina, lasciato morire dal suo datore di lavoro, ha scosso profondamente il suo villaggio natale nello Stato indiano del Punjab.
Satnam Singh è deceduto in ospedale il 19 giugno, dopo aver perso un braccio in un tragico incidente due giorni prima. Invece di chiamare i soccorsi, il suo datore di lavoro ha caricato Satnam e sua moglie su un furgone e li ha abbandonati davanti al cancello di casa, mentre il braccio amputato è stato messo in una cassetta della frutta.
In un articolo pubblicato su asianews.it si legge che il sarpanch (una sorta di capo villaggio) di Chand Nawa, il villaggio di Satnam, ha rivelato alla testata online The Wire che la notizia della sua morte è stata devastante per l’intera comunità, soprattutto considerando che molti ragazzi del villaggio sono attualmente in Italia. Il ragazzo, proveniente da una comunità dalit (i fuoricasta, che in India vivono in condizioni di povertà economica e sociale), si era trasferito all’estero per sollevare la famiglia dalla situazione economica difficile in cui versava.
Il Punjab, patria del sikhismo, è da tempo un luogo di massiccia emigrazione, con numerosi abitanti che cercano opportunità all’estero per sfuggire alla disoccupazione e ai redditi insufficienti. Secondo un recente studio riguardo l’emigrazione dal Punjab, pubblicato dalla Punjab Agricultural University, tra il 1990 e il 2022, il 74% degli emigranti ha lasciato lo Stato dopo il 2016. Oltre il 13% delle famiglie nelle aree rurali ha dichiarato di avere almeno un parente all’estero, ma nei distretti di Amritsar, Gurdaspur, Shaheed Bhagat Singh Nagar e Ferozepur la percentuale di migrazione supera il 30%.
Fino agli anni ‘80 il Punjab era considerato il “paniere” dell’India e lo Stato con il più alto reddito pro capite. Solo un decennio dopo si è trasformato nel principale “esportatore” di migranti attraverso canali irregolari. Secondo alcune indagini, l’emigrazione dal Punjab è stata accentuata dalla transizione alle politiche neoliberali e alla diminuzione degli investimenti pubblici nell’istruzione, che hanno privato i giovani di opportunità di formazione e occupazione. Questa situazione ha portato a un aumento dei flussi migratori, e la scelta della destinazione migratoria dipende spesso dall’appartenenza di casta e dalla situazione economica della famiglia: i punjabi benestanti tendono a emigrare in Paesi come il Canada, mentre i lavoratori agricoli delle caste inferiori preferiscono mete come gli Emirati Arabi Uniti. Alcuni tentano anche la rotta per gli Stati Uniti attraverso percorsi illegali gestiti da trafficanti.
In ogni caso, la migrazione dal Punjab ha avuto un impatto significativo sull’economia della regione e sulle comunità locali, con la fuga di capitali e di manodopera qualificata che potrebbe avere conseguenze a lungo termine.