Di fronte alla Parola di Dio
Un giorno una parola – commento a Deuteronomio 12, 32
Mosè disse:“Avrete cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando; non vi aggiungerai nulla e nulla ne toglierai”
Deuteronomio 12, 32
Gesù rispose loro: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Se uno vuole fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio”
Giovanni 7, 16-17
“Avrete cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando” (Deut. 12, 32). Gesù disse: “Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” (Luca 11, 28), come Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro che, sedutasi ai piedi di Gesù, “ascoltava la sua parola” (Luca 10, 39).
Di fronte alla parola di Dio possiamo ritrovare noi stessi, il senso del nostro esistere, il fine per cui siamo chiamati a vivere per un tempo la nostra esistenza terrena. La parola di Dio ci permette di vedere con gli occhi della fede le cose che sono nell’ombra, nascoste, ignorate; di conoscere ciò che è giusto e ciò che giusto non è, ciò che è nella volontà di Dio e ciò che è contro il suo volere. Ci permette, inoltre, di conoscere le promesse fatte dal Signore: promesse di perdono ai peccatori, di consolazione agli afflitti e di fiducia ai morenti.
Gesù dice: “Se uno vuole fare la volontà di Dio, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio” (Giov, 7, 17). Quale uso dobbiamo fare della parola di Dio, essendo essa una luce nel nostro cammino di fede? (Salmo 119, 105). Un uso unicamente spirituale. Vale a dire non dobbiamo cercare in essa una risposta alle domande della nostra fantasia; né indicazioni per il nostro futuro; né nozioni scientifiche. La parola di Dio proietta in noi tutta quella luce che serve per la nostra salvezza, cioè realizzare l’incontro con Dio ed avere comunione con lui.
“Fa’ che la tua parola, o Signore, sia una lampada ai nostri piedi; mantienila chiara e pura in noi; aiutaci a trarne forza, consiglio e conforto in tutte le nostre difficoltà, affinché possiamo confidare in essa continuamente nella vita e nella morte” (David Denicke). Amen.