Custodi del Creato e del prossimo

Un giorno una parola – commento a Salmo 8, 6

Tu hai fatto dominare l’uomo sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi

Salmo 8, 6

 

Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla

I Corinzi 6, 12

 

Che bello il Salmo 8, forse è uno dei più conosciuti da molti di noi. Questo salmo però ci colpisce soprattutto perché è una preghiera che esalta la magnificenza di Dio che si manifesta all’essere umano nella bellezza del Creato e allo stesso tempo come Signore del Creato: un Dio così potente, così lontano, inaccessibile e che allo stesso tempo si abbassa per avvicinarsi alla sua creatura speciale per renderla partecipe del suo progetto di vita, per eleggerla custode dell’“opera delle sue mani”. La nostra finitudine viene esaltata dal suo amore che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. L’essere umano è esaltato di grande onore ma ha ricevuto anche un grande onere. Ci è stato affidato il compito di custodi del Creato e del prossimo che ci è posto accanto.

Questo salmo, coinvolgendoci in una preghiera di lode, ci invita a considerare il nostro posto nel creato e la vocazione particolare che ci è stata rivolta dal Signore. Dio ha posto l’”opera delle sue mani” nelle fragili mani dell’essere umano, affinché ne conservi l’armonia e la bellezza, perché se ne prenda cura senza dominarla, depauperarla, umiliarla, degradarla.

Cristo è l’“Uomo perfetto”, che, obbediente alla volontà dell’eterno Padre, ha compiuto il cammino del servizio per insegnare a ciascuno/a di noi ad aver cura della creazione con giustizia e amore. Siamo ancora oggi capaci di meravigliarci davanti alla grandezza di Dio?

«Se noi fossimo capaci di pensare a qualcosa che non sia soltanto il nostro “io”, di sentire che in ogni momento della nostra vita, ci sono milioni di esseri umani, che muoiono di fame, e muoiono di freddo, mentre non hanno meritato di morire di freddo; se noi fossimo capaci di sentire la miseria degli altri, allora diventeremmo degli uomini veri» (Raoul Follereau). Amen.