La risposta all’incontro con Dio

Un giorno una parola – commento a Giovanni 6, 67

 

La mano del nostro Dio assiste tutti quelli che lo cercano; ma la sua potenza e la sua ira sono contro tutti quelli che l’abbandonano

Esdra 8, 22

 

Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?»

Giovanni 6, 67

 

Chi conosce la Scrittura in modo superficiale si potrebbe aspettare una frase come questa al momento dell’arresto di Gesù, oppure della sua condanna: quando il pericolo diventa concreto ed estremo, gli amici si dileguano: del resto gli ultimi drammatici capitoli evangelici ricordano che ai piedi della croce c’erano solo pochi intimi.

 

Invece questo episodio si riferisce a un momento completamente diverso. Siamo a ridosso del miracolo della moltiplicazione pani e dei pesci. Dopo aver usato una similitudine che rimanda al pane della vita, Gesù sta spiegando ai suoi discepoli che riconoscere il legame definitivo tra lui e Dio è l’unica via per la vita eterna, cioè piena, che val la pena di essere vissuta. Come può una questione squisitamente teologica provocare una crisi così profonda? A noi persone moderne, proiettate in un immaginario in cui la spiritualità non ha quasi spazio, un brano di questo genere sembra soprattutto la testimonianza di un mondo che non riconosciamo più minimamente. Eppure, il punto sollevato in questo versetto non è – né mai sarà – superato: cosa vuol dire “vivere”?

 

È mangiare, respirare, guadagnare, tentare di realizzare i propri sogni? Anche, naturalmente, ma non solo. È guardare oltre se stessi, i valori del proprio tempo e le proprie ambizioni e prendere sul serio una voce che viene da fuori e che ci ricorda che l’orizzonte è più ampio. Questa scoperta può provocare sollievo, ma anche rigetto: da sempre – e forse per sempre – alla proposta di Dio qualcuno risponderà “no grazie”. Perché la fede non è qualcosa che può essere trasmessa automaticamente: è un incontro, è la risposta che si dà a quell’incontro. Amen.