Cittadini e cittadine del cielo
Un giorno una parola – commento a Filippesi 3, 20
Ascolta la meditazione:
Ascolta “Un giorno una Parola: 28 settembre” su Spreaker.Il Signore non ripudierà il suo popolo e non abbandonerà la sua eredità
Salmo 94, 14
Quanto a noi la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore
Filippesi 3, 20
Il proprietario di un albergo ti potrebbe chiedere: ti senti a tuo agio? O lo possiamo chiedere anche agli immigrati: ti senti a casa qui? Ti trovi bene?
E noi, ci sentiamo a casa in questo mondo?
Siamo circondati da tante situazioni che ci fanno sentire a disagio. La violenza intorno a noi, ad esempio, quella economica, quella contro le donne, e poi i suicidi e le guerre in questo mondo. E l’elenco potrebbe continuare ancora… Ma ci tocca vivere in questo mondo, non c’è altra possibilità.
Invece, l’apostolo Paolo affronta questa questione in un altro modo. Dice che siamo cittadini e cittadine del cielo. Queste parole ci suonano come dette da uno che ha un po’ la testa fra le nuvole. Ma forse indica una strada fattibile.
Paolo scrisse queste parole all’interno di una lettera inviata ai cristiani di Filippi, una città in Grecia che allora faceva parte dell’Impero romano. Ci vivevano molti romani, veterani, che avevano avuto in dono una bella casa, e che vivevano secondo le leggi romane. Si sentivano cittadini di Roma, è come se avessero avuto un doppio passaporto.
Ecco Paolo dice ai cristiani di Filippi: chi appartiene a Gesù Cristo abita e vive in questo mondo ma il punto di riferimento è altrove. Anche noi abbiamo un doppio passaporto.
Un elemento principale della nostra fede è la speranza, una speranza solida per il futuro. Per noi è una realtà che bisogna vivere oggi, qui ed ora. Chi si affida a Cristo ha un doppio approccio a questa terra, a questo mondo in cui viviamo: da un lato mantiene la distanza, non sentendosi a casa, ma nello stesso tempo si sente coinvolto, si impegna per esso, affinché questa terra possa diventare una casa dove trovarsi bene.
E allora la domanda è rivolta a noi: ci sentiamo a casa in questo mondo? Amen.