Clima e ambiente. Appello ai Governi in vista della COP28

L’appello della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia 

La Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), in collaborazione con la campagna Climate YES, lancia un appello ai Governi in vista della COP28. La 28^ Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, presso l’Expo City a Dubai. Diverse rappresentanze religiose e giovanili saranno presenti con iniziative parallele.

L’appello è stato diramato lunedì 16 ottobre, al termine del live webinar intitolato “Il messaggio delle nuove generazioni verso la COP28”.

Nell’appello si chiede ai leader politici, economici, e religiosi in Italia di «affrontare la crisi climatica con urgenza». Inoltre, si chiede al Governo di portare nelle sedi appropriate una serie di istanze. Le questioni chiave sono: finanziamenti (Fondi perdite e danni), secondo il principio «chi inquina paga». Accordi vincolanti sul cambiamento climatico. Politiche per i rifugiati climatici e di cooperazione. Protezione umanitaria. Monitoraggio delle emissioni di gas serra. Trasparenza e rispetto dei diritti umani. Inoltre: eliminazione graduale dell’uso di combustibili fossili, dei gas a effetto serra, sostegno tecnico e finanziario a nazioni meno abbienti.

Infine, si chiede di «riorientare le preoccupazioni dal profitto non etico sull’ambiente alla sua conservazione, mantenendo intatta la biodiversità».

Il testo integrale recita:
Chiediamo ai leader politici, economici, e religiosi in Italia di affrontare la crisi climatica con urgenza e al Governo di portare a questa Conferenza delle parti le istanze che seguono.

Li esortiamo a:
• Garantire che il Fondo perdite e danni istituito durante la COP27 possa assicurare finanziamenti nuovi, aggiuntivi, prevedibili, accessibili, adeguati e rapidi per rispondere alle esigenze dei paesi che meno influiscono a tale crisi, utilizzando il principio “chi inquina paga”

• Mantenere vivo l’obiettivo della temperatura media globale a “1,5 gradi”

• Lavorare con tutto l’impegno e la velocità possibile per raggiungere accordi sul cambiamento climatico
equi, ambiziosi, responsabili e vincolanti a livello nazionale e internazionale

• Sviluppare politiche che assistano realmente i rifugiati climatici e promuovere meccanismi di
cooperazione intergovernativa che garantiscano i loro diritti umani, la sicurezza e la protezione

• Configurare un quadro di protezione umanitaria per i rifugiati climatici, che ad oggi non sono riconosciuti

• Analisi ed implementazione di sistemi di monitoraggio delle emissioni di gas serra e garantire maggiore
trasparenza e chiarezza

• Mettere concretamente i diritti umani al centro dell’azione per il clima, con l’ausilio del bilancio
globale (global stocktake) che permette di misurare le ambizioni dei Paesi in termini di mitigazione oltre che di adattamento e i loro piani volti a limitare le proprie emissioni

In particolare, chiediamo alle nazioni benestanti e agli Stati produttori di petrolio di

• Eliminare gradualmente i combustibili fossili il prima possibile, nel quadro di una giusta transizione

• Fare da apripista all’eliminazione graduale delle loro emissioni di gas a effetto serra il prima possibile
entro e non oltre il 2030

• Fornire un generoso sostegno finanziario e tecnico alle nazioni meno abbienti per risarcire dei danni
causati dalle proprie attività

• Riorientare le loro preoccupazioni dal profitto non etico sull’ambiente alla sua conservazione mantenendo
intatta la biodiversità