Gravi intimidazioni e violenze ai danni dell’Unione Sikh Italia

Ferito il presidente e altri esponenti. Gravi violenze che durano da mesi

Lunedì 18 settembre una banda armata di circa quaranta individui si è recata nei pressi dell’abitazione del presidente dell’Unione Sikh Italia Singh Satwinder Baiwa che, sceso per chiedere conto delle minacce, è stato ferito. Suo genero, intervenuto in sua difesa, è stato accoltellato ed è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Udine. Altri esponenti di Unione Sikh Italia e della dirigenza del tempio Sikh di Pasiano hanno riportato ferite e contusioni a seguito delle percosse subite.

«Si è trattato di un attacco premeditato, volto a impaurire la dirigenza dell’Unione Sikh Italia» si legge nel comunicato diramato nella giornata di ieri dall’Unione Sikh Italia.

L’aggressione segue mesi di minacce e un vero e proprio attentato contro un garage di proprietà del presidente di Usi, che nei giorni scorsi aveva provocato ingenti danni materiali.

«Di fronte a questi gravissimi episodi – si legge ancora nel comunicato – la Questura di Pordenone non ha adottato alcuna misura nei confronti delle persone responsabili delle minacce, pure denunciate alle forze dell’ordine, preferendo impegnarsi in una inefficace strategia di mediazione che non considerava il fatto che vi era una comunità aggredita e un gruppo di aggressori. Questi ultimi si sono sentiti legittimati nel proprio agire e hanno proseguito nella loro azione violenta e provocatrice, fin ad ora totalmente impuniti». 

Al tempo stesso l’Unione Sikh Italia «denuncia i fatti di Pasiano con il timore, ormai più che fondato, che simili azioni possano ripetersi in altri centri Sikh e invita i loro responsabili alla massima vigilanza e a denunciare prontamente e senza indugio alle Autorità episodi, anche secondari, di violenza e minacce a esponenti dei centri aderenti all’Unione Sikh Italia».

L’Unione Sikh Italia, infine, «denuncia il tentativo violento di colpire l’Unione per interrompere il percorso di radicamento in Italia e di riconoscimento giuridico. Auspica che gli inquirenti individuino al più presto i singoli e le organizzazioni responsabili di questa azione scelerata e fuori da ogni regola di civiltà e democrazia».

Per parte sua, «l’Usi resta fedele ai suoi scopi e rassicura tutti i centri aderenti che continuerà a fare valere i principi del genuino sikhismo che non è una bandiera politica, ma una fede da vivere con onorabilità, lealtà e rispetto per gli altri e per il paese che la ospita».

Nei giorni scorsi anche il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, il pastore Daniele Garrone, aveva rilasciato all’agenzia stampa Nev-Notizie Evangeliche una dichiarazione di condanna delle gravi intimidazioni di cui il presidente Singh Satwinder Baiwa è stato oggetto: «La sicurezza sociale e quella dei luoghi di culto passa anche attraverso una legge quadro sulla libertà religiosa, grande assente nel panorama legislativo del nostro Paese – ha detto Garrone –. Rivolgiamo all’Unione Sikh Italia la nostra vicinanza e i nostri auspici che anche loro possano vivere in serenità la pienezza spirituale che ogni religione auspica. Un paese democratico deve poter garantire l’uguaglianza senza discriminazioni religiose, nel pieno rispetto della Costituzione e delle Convenzioni internazionali. Come Fcei siamo da sempre promotori del dialogo interreligioso, affinché la libertà di espressione e di credo possano diventare il fondamento di una ricchezza multiculturale che, in Italia, è già un fatto».


Nella foto il presidente dell’unione Sikh Italia