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A Parigi una grande mostra sull’Europa ai tempi di Gutenberg

La Bibliothèque nationale de France (BnF) dedica una mostra all’Europa di Johannes Gutenberg. È un’occasione per scoprire oggetti eccezionali delle collezioni della Biblioteca e come la stampa abbia contribuito all’ascesa del protestantesimo.
Il protestantesimo sarebbe riuscito a diffondere le idee della Riforma senza la stampa? Cosa sarebbe successo se le 95 tesi non fossero state stampate? E se la Bibbia non fosse stata resa accessibile a tutti e avessimo dovuto affidarci alla liturgia e alle omelie per conoscere il suo contenuto? Da mercoledì 12 aprile, la Bibliothèque nationale de France (BnF) presenta la mostra “Imprimer! L’Europa di Gutenberg”. L’esposizione spiega come, a partire dalla metà del XV secolo, l’Europa abbia scoperto una tecnica di riproduzione dei libri che avrebbe rivoluzionato la loro distribuzione e cambiato l’accesso al sapere. La BnF ha l’opportunità di presentare ai visitatori oggetti eccezionali delle sue collezioni.

In particolare, il pubblico potrà scoprire la più antica xilografia occidentale conosciuta, il Bois Protat (Francia o Germania meridionale, 1400 circa), la più antica opera conservata al mondo stampata con caratteri metallici, il Jikji (Corea, 1377), e la prima grande stampa tipografica europea: la Bibbia di Gutenberg (Germania, 1455 circa). La BnF possiede due copie di questa Bibbia. Per la prima volta saranno esposte. Una è stampata su pergamena, lussuosamente dipinta e miniata. L’altra, stampata su carta, è più modestamente rubricata e decorata.

La stampa fu un passo fondamentale verso la modernità, ispirato a tecniche e pratiche esistenti in Europa. Ma Gutenberg innovò. Combinò tre tecniche preesistenti nelle arti metalliche e grafiche: la coniatura, la fusione e la stampa a trasferimento. E applicò il suo nuovo metodo a un’opera di portata testuale senza precedenti, lunga circa 1300 pagine, la Bibbia. Il suo obiettivo? Metterne in commercio molte copie. Sulla scia di Gutenberg, i tipografi, particolarmente numerosi a Rouen dove i protestanti si erano affermati molto presto, ma anche gli umanisti e gli artisti adottarono il suo procedimento, dando vita a un’esplosione sperimentale senza precedenti.
Della rivoluzione della stampa a caratteri mobili sarà pioniera anche la comunità valdese.

Nell’assemblea di Chanforan in val d’Angrogna (1532), il movimento valdese prende infatti la decisione di adeguare le sue strutture (e la sua teologia) al movimento riformato, così come si sta configurando nell’area svizzero-francese; ma questa non è l’unica svolta: esso stabilisce anche di raccogliere i fondi per far tradurre e stampare la Bibbia in lingua francese. Il compito è affidato a Pierre Robert, conosciuto come Olivetano, cugino di Giovanni Calvino. Olivetano in quegli anni aveva proprio in anima una simile impresa. I fondi raccolti dai “Poveri di Lione” diedero l’impulso decisivo. Come ci ricorda il pastore Giorgio Tourn «Olivetano trascorre mesi in un casolare delle valli valdesi in Piemonte, traducendo dall’Antico Testamento le parti a lui più congeniali e correggendo gli altri libri con gli strumenti che si è procurato: pochi ma di eccezionale qualità. I teologi riformati, che compivano la stessa impresa a Zurigo, avendo a disposizione biblioteca, casa, stipendio, sono distanti anni luce da questo squinternato che al lume di una candela, in una baita montana è impegnato a tradurre la parola dei profeti biblici e a renderla viva per i suoi lettori».
Un lavoro enorme, portato a termine in poco più di due anni. La prima Bibbia protestante in lingua francese viene consegnata ai valdesi nel 1535.