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Le promesse di Dio sono irrevocabili

Io ti ho formato, tu sei il mio servo, Israele, tu non sarai da me dimenticato
Isaia 44, 21

Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo!
Romani 11, 1


Siamo all’apertura dell’ultimo capitolo di una sezione importante della Lettera ai Romani, (cap. 9- 11), dove l’apostolo Paolo parla del rapporto tra l’universalità del Vangelo di Cristo e le promesse che riguardano l’elezione di Israele.

Una parte del popolo d’Israele è inciampata affinché gli altri popoli potessero ricevere la salvezza: “a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia” (v. 10b), spiega Paolo. Ed è proprio in questo contesto escatologico che si deve comprendere il suo impulso ad annunciare il Vangelo agli stranieri in vista del ritorno di Cristo.
Paolo riflette sul piano di salvezza di Dio per Israele e il radicamento dell’umanità in esso e anche sulla fedeltà immutabile di Dio per il suo popolo.

Il cristianesimo è radicato nell’ebraismo. Senza la storia di Israele, non ci sarebbe stato Gesù di Nazareth, il Cristo. Fin dall’inizio, la Chiesa ha guardato l’ebraismo con disprezzo e considerava gli ebrei non convertiti al cristianesimo senza salvezza.

Ma Dio si è davvero allontanato dal suo popolo abbandonando così la sua alleanza a favore della Chiesa? Le sue promesse non sono più valide?
A questo proposito, Paolo ricorda che il piano di salvezza di Dio, manifestato per primo al popolo ebraico, era pensato per l’intera l’umanità. Perciò, trattasi di un piano inclusivo di salvezza. E l’unico criterio della salvezza è la fedeltà di Dio. Le sue promesse sono irrevocabili! Considerarle superate, significherebbe negare la sua fedeltà.

Noi, dunque, consapevoli delle nostre radici cristiane affondate nel terreno dell’ebraismo, nutriamo la nostra fede nella fedeltà di Dio e nelle sue promesse che hanno preso corpo in Cristo.
Anche se il piano di Dio di salvezza per l’umanità va oltre la nostra comprensione lasciamoci coinvolgere pienamente in questa storia meravigliosa, dove nessuno è abbandonato o ripudiato. E non esitiamo a riceverlo con umiltà e gratitudine verso il suo grande Artefice.

In Cristo Gesù, Amen.