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La posizione delle chiese sulla violenza armata sia più chiara

Negli Stati Uniti si è compiuta l’ennesima strage in una scuola. Il 27 marzo una 28enne ex allieva, Audrey Hale, è entrata nella Covenant School di Nashville (Tennessee) e, imbracciando due fucili e una pistola, ha aperto il fuoco: il bilancio è di sei morti, tre bambini e tre adulti. È la 129esima sparatoria di massa negli USA solo dall’inizio dell’anno, oltre una al giorno da gennaio. La donna, dopo la sparatoria, è stata uccisa dalla polizia.

Riferendosi all’accaduto, J. Herbert Nelson, funzionario esecutivo dell’Assemblea Generale della Chiesa presbiteriana (USA), ha scritto in una dichiarazione ufficiale: «Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, le persone muoiono a causa della violenza armata. Non importa dove vivi, cosa stai facendo o quale sia la tua condizione economica, l’accesso alle armi in questo paese ha messo tutti a rischio. Il mio cuore si spezza ancora una volta per la perdita di vite innocenti nell’ultima sparatoria alla Covenant School di Nashville, Tennessee, lunedì. Sette persone sono morte perché una persona ha deciso di uccidere. I nostri cuori sono addolorati per i bambini e le famiglie colpiti da questa ultima tragedia».

La violenza armata negli Usa ha raggiunto proporzioni inimmaginabili. «Qualcosa non va – prosegue nella sua nota Nelson – quando una nazione ha il numero di morti che abbiamo avuto noi, dove anche i bambini di 6 anni possono avere accesso alle armi. Tutto ciò non si fermerà finché non ci saranno regolamenti in atto, e questo inizia con i nostri legislatori. Allo stato attuale, l’industria delle armi ha il diritto di vendere a chiunque in qualsiasi momento. I legislatori che eleggiamo per tutelare il nostro migliore interesse devono regolamentare con più forza questo settore e togliere la violenza dalle strade».

«Non è solo un problema del governo – dichiara ancora J. Herbert Nelson –. È anche un problema spirituale. La chiesa deve parlare. Ogni pastore deve predicare su questo problema dal pulpito. Anziani, diaconi e membri al potere devono chiedere al governo di agire. Come possiamo amarci l’un l’altro quando impacchettiamo pistole per ucciderci l’un l’altro? Dobbiamo essere più vigili nella chiesa, e questo significa qualcosa di più della semplice predicazione.

Oggi, qualcuno che non conosciamo personalmente viene ucciso. Domani potrebbe essere uno dei nostri figli o qualcun altro che amiamo. Siamo in un momento in cui ognuno di noi può essere vittima di violenza casuale, sia che stiamo facendo la spesa, che giochiamo in cortile con i nostri figli, ogni volta che mandiamo i nostri figli a scuola o saliamo in macchina e guidiamo per strada. Non ne abbiamo il controllo finché non facciamo un passo importante nel cambiare le leggi di questa terra».