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Dio ascolta il nostro grido

O Signore, io grido a te da luoghi profondi! Signore, ascolta il mio grido
Salmo 130, 1-2

Il cieco gridò: Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me! E quelli che precedevano lo sgridavano perché tacesse; ma lui gridava più forte: Figlio di Davide, abbi pietà di me!
Luca 18, 38-39

Chi non ha mai avvertito salire dal profondo di sè un grido, un grido di sofferenza, di disperazione, di stanchezza, un grido spesso silenzioso, che si perde nel nulla ancor prima di varcare la soglia delle nostre labbra. A chi possiamo gridare, tutto il nostro disagio, la nostra sofferenza, la nostra malattia, il nostro peccato? Abbiamo bisogno che quel grido varchi l’uscio delle nostre labbra, perché rischia di schiacciarci, di portarci alla deriva, di uccidere la nostra speranza. Quel grido che sta lì nel profondo del nostro essere, che scava un abisso tra noi e gli altri, tra noi e Dio, che chiude i nostri occhi e siamo ciechi, ricurvi in noi stessi.

A chi possiamo gridare?

E quando finalmente il grido esce, dà fastidio, disturba: tienitelo per te, ci dicono; non dare fastidio; ma come il cieco gridiamo, gridiamo più forte, gridiamo perché c’è chi è pronto a raccogliere il nostro grido, il nostro abisso, c’è chi lo accoglie, e lo fa suo; c’è chi viene in nostro soccorso e colma quell’abisso, ci risana, ascolta e accoglie il nostro grido, la nostra sofferenza, la nostra colpa, la nostra malattia, il nostro peccato. E nell’accoglierci, nell’ascoltarci, nel colmare, ci mette in relazione, ci salva, guarisce e l’abisso non è più abisso ma è ripieno dalla sua luce, della sua Parola.

Eccolo colui che ci ascolta e ci accoglie, percorre la strada che lo conduce a Gerusalemme, alla croce, eccolo il Figlio di Davide, eccolo il nostro Signore. Gesù ci incontra, raccoglie le nostre grida, le ascolta, le comprende, le porta con sè e su di sè, le porta sin sulla croce, e il nostro abisso non è più tale, ma è luce, gioia, canto, libertà, salvezza, guarigione, è l’alba della risurrezione. È vista, adesso vediamo “Dio con noi” e vediamo l’altra e l’altro.