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Una mancanza che nutre

«Detox la terre», così si chiama l’iniziativa che per il terzo anno consecutivo propone una visione alternativa della quaresima. Un progetto ecumenico, nato all’interno della cappellania interreligiosa dell’Università di Losanna, in particolare per iniziativa dei cappellani Alexandre Mayor et Xavier Gravend-Tirole, con l’idea di affiancare i principi del cristianesimo all’impegno per l’ambiente, focalizzandosi di volta in volta su un tema: quest’anno, il “digiuno dei consumi”.

L’iniziativa riunisce una ventina di gruppi giovanili e si è allargata a varie realtà giovanili della Svizzera francofona, aperta anche a persone più adulte (ne parla il giornale Réformés in questo articolo di Camille Andres pubblicato sul sito www.reformes.ch ). I gruppi sono guidati in particolare da “Voir et agir” che unisce “Azione quaresimale” e l’”Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera” (Aces-Eper-Heks), due organizzazioni umanitarie che operano a livello internazionale, facenti capo l’una alla Chiesa cattolica e l’altra alla Chiesa evangelica riformata svizzera (Cers).

Come spiega Xavier Gravend-Tirole, si parte un po’ provocatoriamente dal concetto di “detox”, e quindi dalla constatazione che le nostre abitudini di consumo sono discutibili, per non dire “tossiche”: in termini ambientali, di diritti, ma anche di “dipendenza da consumo” (acquisto compulsivo ecc.).

La parola “detox” è parsa efficace perché da un lato richiama «questa moda del “benessere”, dall’altro apre alla nozione di “conversione”. Cioè, rifare spazio per Dio in me, sbarazzarmi di tutto quello che mi ingombra nella vita per ritrovare il modo di essere in comunione migliore con Dio». Inoltre, spiega ancora Gravend-Tirole, «”detox” apre a un concetto di purificazione non colpevolizzante, che permette di avere uno sguardo e un atteggiamento più retti e adeguati verso gli altri, il mondo e Dio. Non dimentichiamo “beati i poveri”! Questo versetto biblico ci dice che c’è felicità in una forma di mancanza, che questo può nutrirci. Senza cadere nell’esaltazione del dolore e della miseria, la mancanza è una sete che permette di scavare in me uno spazio per un altro da me».

La “proposta spirituale” si declina in tre livelli: uno personale, con un percorso di 15 giorni, che si può estendere a tutto il periodo della quaresima, guidato da un “manuale” (predisposto lo scorso anno, lo si può scaricare qui) sulla riduzione dei consumi nella vita quotidiana, dall’alimentazione, ai trasporti, ai beni di consumo, ai consumi energetici domestici, inclusi quelli “digitali” (social media, streaming video, videogiochi…). Il livello superiore è quello collettivo, con la proposta di creare “gruppi di condivisione” per facilitare gli scambi di esperienze e domande: su questo i cappellani sono disponibili a offrire animazioni e presenza in loco. Infine, la dimensione collettiva più ampia sarà proposta sotto forma di celebrazione ecumenica, il prossimo 3 marzo nella chiesa di Saint-Laurent a Losanna.

Una proposta interessante per riflettere sul “meno” che diventa “più”.