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I 100 anni della Moschea di Parigi

Un elegante palazzo del 5° arrondissement di Parigi. Un minareto discreto, un patio idilliaco: la grande moschea di Parigi celebra il suo 100° anniversario, mentre noi in Italia costruiamo leggi e leggine regionali e comunali per impedirne la creazione.

 Per l’occasione, il Presidente della Repubblica consegnerà oggi 19 ottobre le insegne di Ufficiale della Legione d’Onore al suo rettore, Chems-Eddine Hafiz. Emmanuel Macron renderà anche omaggio ai musulmani morti per la Francia durante la Prima guerra mondiale. È per questi 70.000 combattenti che venne costruito questo edificio religioso.

Le prime pietre furono posate nel 1922, ma l’inaugurazione vera e propria avvenne nel 1926. Secondo alcuni, questo avanzamento del calendario è dovuto a una “agenda politica” in un momento in cui le relazioni tra Francia e Algeria sono tese, in una fase poi in cui Macron sta cercando di consolidare la sua riforma “repubblicana” e non sono mancate tensioni con il mondo delle religioni, Islam compreso. 

Costruita ben prima delle grandi ondate migratorie che hanno interessato la Francia, si trattò della prima moschea metropolitana costruita in epoca contemporanea. Nel 1920 fu approvata in Parlamento una proposta di legge, di cui era relatore l’allora deputato Edouard Herriot, che prevedeva la creazione di un Istituto musulmano comprendente una moschea, una biblioteca e una sala conferenze.

Nel marzo 1922 fu deciso l’orientamento della futura sala di preghiera rispetto alla Mecca. Il 19 ottobre dello stesso anno, alla presenza del maresciallo Hubert Lyautey, stratega militare e figura emblematica della colonizzazione francese in Marocco, si tenne la solenne inaugurazione del futuro edificio su un terreno appartenente agli Ospedali di Parigi. Furono quindi necessari quattro anni per la costruzione e la moschea fu inaugurata ufficialmente nel 1926.

La sua edificazione corrispondeva anche a «motivi geostrategici, nel bel mezzo della lotta tra gli imperialismi europei», sottolinea sul giornale Réforme Dorra Mameri-Chaambi, ricercatrice, che ha scritto una tesi sul ruolo della Grande Moschea nell’Islam in Francia. «Con gli accordi Sykes-Picot del 1916, le potenze imperiali volevano dividere l’Impero Ottomano. Il periodo è stato anche propizio per offrire pegni di simpatia ai sudditi musulmani dell’Impero coloniale francese» e per «consolidare la Francia nel suo ruolo di potenza musulmana d’Europa», afferma l’autrice. Diversi progetti di moschee o istituzioni musulmane a Parigi erano emersi, in particolare in alcuni circoli islamofili, già nel 1846 e poi nel 1895.

Con il suo stile ispano-moresco, i suoi giardini e patii in stile andaluso e il suo minareto alto 33 metri, l’edificio religioso, affiancato fin dall’inizio da un ristorante e un hammam, è diventato un edificio emblematico della capitale. Vicino al Quartiere Latino, tra antichi edifici parigini e il Jardin des Plantes, è stato classificato come “monumento storico” dal 1983. La sua costruzione è in cemento armato con materiali decorativi (piastrelle verdi, terracotta, mosaici, ferro battuto) provenienti dal Maghreb. 

 

Foto di Zairon