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La festa di Riforma – L’eco delle valli valdesi

Un pomeriggio e una serata simpatici, di amicizia con Riforma – L’Eco delle valli valdesi: al tempio valdese di Pinerolo, sabato 15 ottobre, non si trattava infatti solo di discutere questioni importanti in merito al mondo della stampa e dell’editoria periodica, ma anche di riunirsi attorno a uno strumento che risponde alle chiese battiste, metodiste e valdesi e contribuisce a mantenere i collegamenti fra le varie realtà sparse sul territorio nazionale: le valli valdesi, le grandi e medie città, le comunità più piccole, figlie – in alcuni casi – dell’evangelizzazione in epoca risorgimentale e rinvigorite, in altri casi, dalla presenza di cittadini e cittadine provenienti da altre parti del mondo. 

La prima parte del pomeriggio è stata dedicata a una serie di saluti: un passaggio non formale. Abbiamo incontrato i rappresentati delle chiese bmv- battiste, metodiste e valdesi, editori del giornale, ma anche i precedenti direttori, in presenza, in voce o in video (è stato anche ricordato il primo direttore Giorgio Gardiol), che hanno promosso la nascita di questo strumento o che ne hanno catalizzato il rinnovamento e rilancio («Riforma si fa in quattro» – 2014). Non sono mancati gli interventi delle redazioni che operano insieme a noi, proprio in questo sistema della comunicazione: l’agenzia stampa Nev – Notizie evangeliche e Radio Beckwith evangelica. Graditi gli interventi dei sindaci di Pinerolo e Torre Pellice e del senatore Ivan Scalfarotto, nel governo uscente sottosegretario agli Interni con delega ai culti.

La tavola rotonda del pomeriggio di sabato 15 ha visto confrontarsi Emmanuela Banfo, Ansa e collaboratrice di Riforma, Giorgio Zanchini, conduttore di programmi Rai, Alberto Custodero, La Repubblica, moderati da Gian Mario Gillio.

Una delle parole più pronunciate è stata pluralismo, che, ha puntualizzato Banfo, non significa avere tante testate, ma dire cose diverse: una parola che riguarda per esempio la necessità (e difficoltà) di raccontare le minoranze, facendo attenzione alle polarizzazioni che caratterizzano sempre più il discorso pubblico (Zanchini).

Un altro argomento toccato è stata la crisi del giornalismo cartaceo (citando l’articolo di apertura dello scorso numero di Riforma) parallela alla crescita di quello online, e della comunicazione via social media usata anche dai mezzi di informazione: citata anche qui Riforma, la cui crescita sui social ha stupito Custodero, ma è anche vero, ha notato Banfo, che come chiese protestanti dobbiamo ancora lavorare molto, e migliorare, sulla comunicazione digitale. Indubbiamente però, ha continuato, c’è un mondo interessato ai protestanti e una domanda di “religioso” che è più ampia delle nostre chiese.

Da questo tema si scivola inevitabilmente sui giovani: se l’Italia è da sempre un paese che legge poco, che cosa ci si può aspettare, considerando che le nuove generazioni mostrano di essere alla ricerca di un’informazione più attenta, soprattutto in alcuni ambiti? Il nodo della comunicazione con/per i giovani e del loro coinvolgimento tocca anche Riforma, e la riflessione va certamente approfondita.

Cambiano anche i rapporti tra giornali e lettori, è stato sottolineato, oggi molto meno “identitaria”, anche se l’universo di Riforma-L’Eco delle valli valdesi in questo continua a distinguersi, visto il legame profondo, “personale”, spesso “a tu per tu” che lo caratterizza. Un “miracolo dell’editoria”, lo ha definito Custodero, con tirature e bilancio molto bassi, ma diffuso in tutta Italia e oltre…

La questione è che la crisi del giornalismo “tradizionale” è solo in parte legata ai social: quali sono le cause più profonde? In primis è stato evidenziato lo svilimento del mestiere di giornalista, ridotto nell’opinione pubblica a servo dei potenti, incompetente, tendenzioso, dimenticando che l’obiettività pura non esiste, che il giornalista offrirà sempre una prospettiva, e che la verità è l’obiettivo a cui tendere, non una conquista.

Detto questo, resta fondamentale la formazione dei giornalisti, che sia nelle scuole o sul campo, una formazione che non finisce mai (non diversamente da altri mestieri, del resto): il giornalista deve tornare a essere al centro  dell’informazione, tenendo presente che non ne è l’unico attore.

Nella serata Diego Passoni, voce di Radio Deejay che un anno fa ha compiuto un suo reportage nelle strutture e nei luoghi storici valdesi, ha raccontato, introdotto da Valentina Fries, il proprio percorso tra una fede iniziale, un periodo di crisi spirituale e il contatto con la realtà valdese. Una persona che sa parlare ai giovani (e non solo “dei” giovani), tuttora in ricerca, ma che bene ha colto la necessità di una saldezza di riferimenti che vada al di là di un generico bisogno di spiritualità. Il suo accenno all’incarnazione ci riconduce al centro della fede. A seguire un amico dell’area pinerolese, il sassofonista Emanuele Cisi, accompagnato alla chitarra da Alessandro Chiappetta, ha messo in rapporto l’invenzione jazzistica e la sua traduzione nel bel libro A cosa pensi quando suoni.

Qui di seguito il video completo della giornata, grazie a Radio Radicale che ha ripreso l’intero evento, disponibile anche a questo link.

Foto di Samuele Revel