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La pace e il dialogo interreligioso tra fiction e realtà

La Federazione luterana mondiale (Flm) in occasione della Settimana della Pace (tenutasi a Ginevra dall’1 al 5 novembre) ha proposto, in occasione di un incontro pubblico, un video con due cortometraggi per mostrare quanto l’arte cinematografica sia un potente strumento di costruzione di pace e di dialogo interreligioso. Il video contiene due cortometraggi prodotti da attivisti per la pace in Iraq e Indonesia ed è stato realizzato con il sostegno del Centro norvegese per gli studi sulla Shoah e sulle minoranze.

La Settimana della pace ginevrina si è concentrata quest’anno sul tema: «Dai semi di pace ai sistemi di pace, per superare le sfide di oggi».

Svoltasi in parte in presenza e in parte online ha offerto un’ampia varietà di strumenti multimediali dedicati al tema, quali podcast e video e altre risorse digitali realizzate per l’occasione da organizzazioni della società civile e da gruppi pacifisti da tempo attivi in diverse parti del mondo.

L’obiettivo del video è stimolare le leadership internazionali a operare in modo attento sul tema della pace e a rafforzare la fiducia nella società civile. Infine, favorire la cooperazione di pace in un momento «di grande preoccupazione per le voci che fomentano odio e per l’aumento di azioni estremiste che favoriscono nuove ostilità, anche verso i membri delle comunità religiose».

I due cortometraggi Place between the stars (prodotto dal Comitato Nazionale della Flm in Indonesia e dal partner locale Jakatarub) e Peace Journey (prodotto da Jav, un team di giovani yazidi che vivono in Iraq), fanno parte del progetto di cittadinanza inclusiva del Centro norvegese, sostenuto dal Ministero degli affari esteri norvegese. Il progetto legato ai video prevede la promozione di altre tavole rotonde con i registi, proprio per approfondire l’impatto che il mezzo cinematografico spesso esercita nel promuovere il dialogo e l’inclusione in contesti interreligiosi.

Peace Journey è un film in stile documentario che mostra l’interazione dei membri di diverse comunità di fede in Iraq «mentre apprendono le tradizioni reciproche durante una visita ai luoghi santi dei cristiani di Alqosh e degli yazidi a Lalish. Lo scopo di questo viaggio – affermano gli autori – è trasmettere un messaggio al mondo: la diversità religiosa ha sempre fatto parte della società irachena e continuerà ad esserne parte».

I giovani registi yazidi hanno lavorato insieme al famoso regista e produttore Zahavi Sanjavi, originario del Kurdistan iracheno, attualmente residente in Svezia.

All’incontro c’era anche Saad Salloum dell’Organizzazione no-profit Maserat (per lo sviluppo dei media e della cultura), giornalista e professore universitario cofondatore dell’Iraqi Council for Interfaith Dialogue.

Salloum ricorda che, «I cortometraggi possono aiutare a contrastare l’incitamento all’odio, anche nei social media sfidando gli stereotipi. Il potere delle immagini è capace infatti di cambiare i cuori e le menti di molti utenti della rete» aggiungendo che, «la diversità dell’Iraq è proprio una delle risorse più importanti e lo sarà anche per il futuro stesso del Paese».

Place between the stars, racconta invece la storia di una donna (una madre) e di sua figlia le cui vite sono minacciate dalla violenza religiosa. Nonostante la drammatica esperienza, la donna trova il coraggio di affrontare e di perdonare il suo aggressore. I temi dell’identità, della vulnerabilità, della riconciliazione e dell’umanità condivisa, temi descritti con grande forza narrativa.

Il regista e attivista interreligioso Risdo Simangunsong, spiega che il racconto messo sotto forma di testimonianza «è stato scelto per la sua intrinseca capacità di saper ispirare e soprattutto provocare una risposta emotiva nello spettatore» aggiungendo che, «alcuni membri della troupe infatti sono stati toccati dalle testimonianze e dal valore della diversità religiosa  – sperimentata da loro per la prima volta – proprio durante le riprese e la produzione del film».

A commentare l’importanza dei due cortometraggi in tema di costruzione della pace interreligiosa, in particolar modo nel suolo indonesiano, c’era Fernando Sihotang, il coordinatore per i diritti umani e la difesa del Comitato nazionale Flm nel suo paese. «Le voci delle vittime della violenza interreligiosa – ha detto Sihotang – sono quelle di alcuni testimoni importanti di i conflitti sia passati sia presenti e ci insegnano che narrazioni diverse sono possibili di in tema di inclusione e di comunanza. Anche il relatore Sanrawit Gougsa del Minority Rights Group, con sede a Londra, ha elogiato il modo con il quale i due corti hanno «piantato semi nuovi per cogliere in futuro visioni diverse sia in tema di cittadinanza sia spazi di discussione e di dialogo per una nuova educazione interreligiosa».

I film sono presentati dal pastore Sivin Kit, il direttore del Programma Flm per la Teologia Pubblica e le Relazioni Interreligiose. «I cortometraggi – ha rilevato – mostrano alcune storie positive e evidenziano le lotte che stanno alla base dell’impegno in Indonesia e in Iraq. Dimostrano che il dialogo e l’inclusione sono necessari anche in situazioni apparentemente molto diverse. I film e la fiction che riescono a raccontare queste complessità e realtà possono davvero promuove relazioni sane di dialogo interreligioso».

Per vedere i cortometraggi clicca qui.