Adriano Longo, impegno diaconale e volontariato

Emerito dal 2000, ci ha lasciati martedì 23 dicembre all’età di 86 anni

 

La disponibilità umana, il carattere accogliente, la gioia nel servire la causa del Signore e della chiesa ha accompagnato Adriano Longo per tutta la sua vita, che si è conclusa all’età di 86 anni, la mattina di martedì 23 dicembre a Torre Pellice, dove viveva da diacono emerito della Chiesa valdese.

Nato a Ivrea (To) nel 1939, aveva avuto le prime esperienze lavorative nella Olivetti, azienda che lo vide protagonista anche dell’attività sindacale che rievocava volentieri, per esempio con l’amico dell’epoca Angelo Dina (l’“ingegnere del sindacato”, fra i primi nella sinistra italiana a occuparsi con competenza scientifica dell’automazione in fabbrica). Insieme una sera, a Torre Pellice, ricordavano i “cortei interni” per le vertenze degli anni ’70.

 

In quegli anni di impegno sociale, tuttavia, maturava anche qualcosa d’altro, come raccontava la moglie Carla Beux, compagna e sodale sempre nel lavoro per la chiesa, al supplemento mensile di Riforma, L’Eco delle valli valdesi: ricostruendo la storia dei due Convitti (Torre Pellice e Pomaretto), lei raccontava: «Abitavamo a Ivrea con le nostre due bimbe, Simonetta e Federica. Adriano lavorava alla Olivetti, e avevamo avviato a Ivrea un doposcuola per bambini di recente immigrazione. Considerando questa nostra esperienza, la Tavola valdese ci chiese di occuparci del Convitto. Ci pensammo un po’ su, poi rispondemmo che ci saremmo andati volentieri…».

Si trattava del Convitto di Pomaretto, dove Adriano lavorò con lei dal 1972 alla primavera del 1981, quando assunse la direzione della Foresteria valdese a Torre Pellice. A quel periodo risalgono i primi ricordi di chi scrive queste note, e sono note legate a una subitanea impressione visiva e umana: a pranzo, anche trovandosi relativamente in pochi negli ampi spazi del luminoso salone, sembrava di essere nell’intimità di una tavolata familiare. Lo stesso atteggiamento di Adriano e di Carla favoriva la conoscenza tra chi era ospite della struttura, una sorta di incoraggiamento all’incontro reciproco, che spesso si rivelava felicemente contagioso.

 

Adriano mantenne la conduzione della struttura affiancandola con altri impegni: dal punto di vista della nostra stampa, non possiamo dimenticare i molti anni di collaborazione come membro del Comitato di redazione dell’Eco delle valli – La luce, fratello e sorella maggiori di Riforma. Dal 1982 al 1992 aveva infatti collaborato con costanti servizi non solo sulla vita delle chiese, ma anche sulla vita civile e amministrativa della val Germanasca prima e di Torre Pellice e Comunità montana val Pellice poi.

L’altro grande impegno fu poi quello di dare vita all’Associazione evangelica di volontariato (Aev), creata nel 1983 a seguito dell’azione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) nei luoghi terremotati dell’Irpinia. Una struttura, presieduta da Adriano Longo per molti anni, che ha “inquadrato” i volontari e l e volontarie impegnati in molti settori, dalle case di riposo e istituti per minori alle istituzioni culturali, e anche alcune chiese locali. «Grazie alla sua spinta l’Aev – scrive Davide Rosso, attuale presidente – negli anni ’80 e ’90 è stata un accogliente punto di riferimento per chiunque: per numerosi giovani evangelici in cerca della strada da percorrere nella loro vita; per i primi immigrati dall’Africa giunti in Valpellice; per ex-carcerati; per alcuni esuli cinesi dopo i fatti di piazza Tienanmen; per giovani provenienti da altri paesi europei e non solo, desiderosi di effettuare un periodo di volontariato presso le opere appartenenti alla Chiesa valdese».

 

Successivamente «il sostegno della Aev è stato fondamentale per la nascita della sezione pinerolese del “Sassolino bianco”, associazione che si è occupata di progetti di aiuto all’infanzia soprattutto in Bielorussia. Il Centro Volontariato Val Pellice è unaltra organizzazione che ha beneficiato della spinta propulsiva della Aev e del suo presidente. E le esperienze di “rete” con le altre associazioni di volontariato sul territorio delle Valli valdesi e non solo potrebbero continuare». E – conclude Rosso –: «Di fronte all’aumento delle persone che prestavano servizio volontario come Aev, Longo diceva: “è testimonianza del fatto che la predicazione e l’azione diaconale nel pensiero riformato sono sempre state viste come due momenti non disgiunti ma complementari l’uno dell’altra nell’essere chiesa”. E questo era ovviamente il suo stare nel mondo».