Europa: a rischio il diritto all’obiezione di coscienza?

Leva obbligatoria: le chiese dicono no

 

In un contesto segnato dall’aumento delle spese militari e dal riemergere del dibattito sulla leva obbligatoria in diversi Paesi europei, anche il dibattito sul diritto all’obiezione di coscienza torna al centro dell’attenzione. A questo tema è stato dedicato un webinar dal titolo: “Europe is rearming once again. Is our right to Conscientious Objection at risk?” / L’Europa si sta riarmando di nuovo. Il nostro diritto all’obiezione di coscienza è a rischio?

 

Il webinar si è tenuto lo scorso 9 dicembre ed è ora disponibile integralmente in rete insieme ai materiali di approfondimento. Promosso dal Quaker Council for European Affairs (QCEA) con Pax Christi InternationalPax Christi Scotland, Pax Christi Italia, Connection e.V., Un ponte per ETS e War Resisters’ International, l’incontro ha analizzato l’impatto del riarmo europeo sull’obiezione di coscienza come riconosciuta dal diritto internazionale. Cioè, il diritto di rifiutare l’uso delle armi e di non partecipare alla guerra.

 

Una panoramica della situazione politica e giuridica in diversi Paesi, fra cui Turchia, Grecia, Ucraina, Israele, rende chiari alcuni elementi. In molti contesti i diritti degli obiettori sono limitati o sotto minaccia, emerge dal webinar, che sottolinea anche la necessità di monitorare gli aspetti legali, gli standard internazionali esistenti e il ruolo della società civile nel promuovere risposte collettive in caso di violazioni. Sono intervenuti, tra gli altri, Andreas MichosMerve ArkunZaira ZafaranaYan Kormilitsyn e Yona Roseman, portando analisi e testimonianze dirette.

Per rivedere il webinar e scaricare i materiali, clicca qui: Europe is rearming once again: is our right to Conscentious Objection at risk? – PAX Christi International

 


 

Il contributo del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC)

Sul tema dell’obiezione di coscienza anche il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha detto la sua. In particolare, nel documento “Quel che conduce alla pace: portare il mondo alla riconciliazione e all’unità” (The Things That Make For Peace. Moving the World to Reconciliation and Unity).

Approvato dall’11ª Assemblea a Karlsruhe (era il 2022), il testo rappresenta uno dei riferimenti più autorevoli del pensiero ecumenico contemporaneo sui temi della pace e della riconciliazione. Nella dichiarazione, le chiese affermano che la pace non può essere costruita attraverso la deterrenza militare, ma richiede giustizia, dialogo, fiducia reciproca e rispetto pieno dei diritti umani.

 

Il documento invita esplicitamente a «denunciare ogni caso di violazione della libertà di religione o di credo». Inoltre, ad «affermare la libertà di religione o di fede per tutte le persone, di fede e di non fede, ovunque», includendo in modo esplicito «il diritto all’obiezione di coscienza, per un mondo pacifico».

 

L’obiezione di coscienza viene così riconosciuta come un’espressione legittima della libertà di coscienza e di fede, strettamente connessa alla responsabilità personale e collettiva nella costruzione della pace.

 

Questa dichiarazione richiama inoltre governi, istituzioni e comunità religiose a un impegno attivo per la riconciliazione e l’unità. E ribadisce che difendere il diritto di rifiutare la violenza significa difendere la dignità umana e aprire spazi concreti per alternative non armate ai conflitti. L’urgenza politica ed etica della pace è tuttora nell’agenda del CEC che a Karlsruhe aveva dedicato ampio spazio a diverse situazioni di conflitto, instabilità e violenza armata nel mondo.

Il documento, infatti, fa riferimento, tra l’altro, alla guerra in Ucraina, alle persistenti tensioni nella Penisola coreana, al conflitto in Siria e alla violenza prolungata in Iraq e in diverse aree del Medio Oriente. Venivano inoltre richiamati i conflitti fra Israele e Palestina, in Yemen, Sud Sudan e Colombia, le violenze in Nigeria, nella Repubblica Democratica del Congo e in Camerun. E ancora, in Etiopia, in Myanmar, nei Balcani e altre situazioni di occupazione militare e instabilità protratta, come nel caso di Cipro.

 

Qui la dichiarazione integrale:

The Things That Make For Peace: Moving the World to Reconciliation and Unity | World Council of Churches

 

 

Immagine tratta dalle slide per il webinar https://paxchristi.net/wp-content/uploads/2025/12/Conscentious-Objection-in-Turkey.pdf