Nigeria, ancora rapimenti

Non si arresta l’ondata di sequestri di giovani a scopo di estorsione. Una piaga sociale

 

Almeno dodici persone, tra cui un pastore protestante e sua moglie, sono state rapite domenica 30 novembre durante lun culto in una chiesa in un’area rurale della Nigeria centrale.

Un altro pastore anglicano,  Edwin Achi, rapito il mese scorso a Kaduna (nord-ovest) insieme a moglie e figlia, sarebbe stato ucciso dai suoi carcerieri nei giorni scorsi. Soltanto pochi giorni vi avevamo raccontato degli oltre trecento studenti e studentesse della scuola cattolica St. Mary rapiti, così come di 38 membri di una chiesa nello Stato di Kwara, che sono stati poi liberati.

 

Come riporta NIgrizia, il giornale dei Padri Comboniani, la pratica o industria dei rapimenti flagella il nord della Nigeria da circa quindici anni, con una divisione di attori e aree geografiche. Nel nord-est, a rapire sono le formazioni estremiste di matrice islamica come Boko Haram (nata nel 2009) e Iswap (frutto di una scissione all’interno di Boko Haram). Nel nord-ovest, invece, i protagonisti sono i cosiddetti ‘bandits’ (banditi, in italiano), dei gruppi criminali armati che agiscono senza rivendicazioni religiose o politiche.

Solo tra il 2019 e il 2023, secondo Acled (Armed Conflict Location & Event Data), una piattaforma di monitoraggio con sede negli Stati Uniti, il nord-est ha conosciuto 246 episodi di rapimento; il nord-ovest 662. 

 

A inizio novembre, il presidente Donald Trump ha accusato il governo nigeriano di non fare abbastanza per fermare il presunto genocidio della comunità cristiana in Nigeria e ha minacciato un intervento armato per risolvere il problema a modo suo.

Il governo nigeriano respinge sia le accuse di Trump sia le letture che riducono le uccisioni in Nigeria ad un conflitto religioso, ricordando che le vittime sono trasversalmente cristiane e musulmane. 

 

Il mese scorso, il presidente dell’Associazione cristiana della Nigeria (CAN), il Revd Daniel Okoh, ha detto che «molte comunità cristiane in alcune parti della Nigeria, specialmente nel nord, hanno subito gravi attacchi, perdita di vite e distruzione di luoghi di culto»·