La Parola di Dio in movimento

Un giorno una parola – commento a Isaia 55, 12a

 

Sì, voi partirete con gioia e sarete ricondotti in pace

Isaia 55, 12a

 

Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore,  anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome». Ed egli disse loro: «Non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»

Luca 10, 18; 18, 20

 

Il capitolo 55 di Isaia è tutto intessuto di movimento. È il movimento di Dio verso il suo popolo, della sua Parola verso la terra, e poi del popolo che, finalmente libero, si mette in cammino. Non c’è immobilità: la Parola va, gli esuli partono, la Parola torna, gli esuli tornano.

La Parola di Dio, dice Isaia, scende come pioggia e neve dal cielo. Viene da un “altrove”, non nasce da noi. Viene verso la nostra aridità, entra nel nostro tempo, irriga la nostra terra. E porta frutto. È una Parola che non rimane sospesa nell’alto, ma scende, si fa vicina, si fa carne. Lo stesso movimento che riconosciamo in Cristo.

 

E così come la Parola parte da Dio e viene a noi, così anche gli esuli partono. «Voi partirete con gioia» dice il profeta. Non più prigionieri, ma messi in cammino verso un futuro nuovo. La liberazione che il Signore compie non è solo uscita dal giogo dell’oppressione: è liberazione per, per la gioia di una vita riconciliata con Dio e con gli altri.

La Parola non solo va, ma anche torna. «Non ritornerà a me senza effetto». Essa compie la sua missione e ritorna a Dio portando con sé il frutto che ha generato. È un movimento circolare: uscita e ritorno, invio e compimento. E qui troviamo la radice del nostro shalom: la Parola non si perde, non si disperde, ma torna.

 

Così anche gli esuli non solo partono, ma tornano. «Sarete ricondotti in pace». Il loro andare si compie nel tornare. Non un ritorno qualsiasi, ma un ritorno custodito dalla pace di Dio, dallo shalom che è pienezza, armonia, riconciliazione.

Andare e tornare. La Parola e il popolo condividono lo stesso ritmo. Tutto questo dice che la storia non è un cammino disperso, senza meta. È un movimento custodito dal Signore, che accompagna l’andare con la gioia e il tornare con la pace.

 

E anche per noi è così. La nostra vita è un continuo partire: lasciamo luoghi, relazioni, stagioni, certezze. Ma la promessa di Dio è che ogni nostro partire non è senza scopo, perché siamo sempre ricondotti. Ricondotti in pace. Lo shalom di Dio plasma il nostro tempo e il nostro spazio.

Andare e tornare: questo è il respiro della fede. Camminiamo con la gioia che nasce dalla Parola che ci raggiunge, e torniamo con la pace che nasce dalla Parola che compie la sua missione. Amen.