Dio, creatore e artista: la visione di Rutendo Gora

L’attivista e pittrice zimbabwese, specializzata in ritratti a pastello a olio, riflette sul legame tra fede, bellezza e creatività

 

Fin dagli inizi, l’arte della giovane Rutendo Gora, pittrice zimbabwese, e membro della LWF Intergenerational Justice Policy Task Force della Chiesa evangelica luterana dello Zimbabwe, è stata ispirata dalla natura e dall’essere umano. «Ricordo quando ho iniziato a disegnare: i miei soggetti erano le persone, e trovavo affascinanti i dettagli dei volti, come le pieghe del sorriso che nascono dalla gioia o le rughe che la confusione porta con sé», racconta. «Non è straordinario come lo stesso schema di naso, bocca, occhi, guance e pelle dia vita a più di sette miliardi di volti diversi?».

 

Specializzata in ritratti a pastello a olio, Ritendo Gora riflette sul legame tra fede, bellezza e creatività. Tra i riferimenti biblici che hanno segnato la sua crescita artistica c’è il passo di I Corinzi 3, 9: «Noi siamo infatti collaboratori di Dio; voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio». Un versetto che per lei significa che l’essere umano partecipa attivamente all’opera creativa di Dio. Secondo Gora, la tradizionale immagine di Dio come Creatore, basata sui racconti della Genesi, può essere ampliata fino a cogliere un aspetto più dinamico: quello di Dio come Artista. «Dio non ha creato il mondo e poi lo ha lasciato andare per conto suo», spiega, «continua a creare, e la bellezza della natura è la testimonianza di un processo intenzionale e sostenibile ancora in atto».

 

Tuttavia, la pittrice non nasconde le contraddizioni della realtà, in cui la bellezza convive con il caos e l’ingiustizia: «La domanda è come vedere la mano creativa di Dio dentro il disordine, il dolore e l’imprevedibilità».

Per Gora, proprio il caos diventa un’opportunità per l’artista: non tanto per ricreare la realtà così com’è, ma per evocare emozioni profonde, capaci di portare cambiamento. «Siamo lo staff di Dio sulla terra», ama ripetere citando un insegnamento trasmessole dal suo mentore. In questa prospettiva, l’artista — e più in generale l’essere umano — si scopre co-creatore, chiamato a generare memoria, trasformazione e nuova bellezza. La sua riflessione porta a interrogarsi: in che misura ciascuno si considera co-creatore con Dio? Quali bisogni delle comunità possono trovare risposta attraverso la creatività?

 

E come il fatto di essere opera del più grande Artista influenza il modo di vivere?

Se Dio ha creato dal nulla (ex nihilo), l’essere umano, osserva Gora, lavora invece con ciò che già esiste: «Abbiamo persone i cui cuori sono spezzati, ma anche la possibilità di generare e condividere gioia. Abbiamo l’amore incondizionato di Dio, e da questo nasce la nostra chiamata: fare del nostro meglio per creare amore e pace nel mondo».

 

 

 Photo: Rutendo Gora