Tessere insieme fili di speranza
Amman, in Giordania, ha ospitato il Consiglio annuale della Federazione battista europea. Eletto il nuovo presidente: la prima volta proviene dal Medio Oriente
Dal 24 al 27 settembre si è svolto ad Amman, in Giordania, il Consiglio annuale della Federazione Battista Europea (EBF), che ha riunito delegazioni provenienti dalle Unioni Battiste di tutta Europa e del Medio Oriente. Il tema scelto, “Woven. Together for Peace” (“Intessuti. Insieme per la pace”), ha guidato i lavori e soprattutto ha confermato un impegno chiaro: continuare ad esserci nei luoghi feriti dalla guerra, nei territori di conflitto, per portare una presenza concreta e contribuire alla costruzione della pace.
Presenza nei luoghi del dolore
Il Consiglio non si è limitato a parole o dichiarazioni di principio. La famiglia battista internazionale ha voluto ribadire che la pace non è solo un ideale da proclamare, ma un cammino da percorrere con perseveranza. Essere presenti nei luoghi in cui la guerra devasta vite e comunità è parte essenziale della missione cristiana.
In questo senso, la testimonianza della Chiesa Battista di Gaza, che continua a resistere e a servire nonostante il disastro che ha colpito la Striscia, è stata ricordata come un segno potente di fede e di speranza. La sua esistenza stessa, fragile eppure determinata, rappresenta una luce che resiste alle tenebre della violenza.
Delegazioni che portano il peso del conflitto
La partecipazione di delegazioni provenienti da Palestina, Israele, Ucraina e Russia ha dato al Consiglio un carattere profetico. Vedere insieme persone provenienti da contesti spesso contrapposti, segnati da guerre drammatiche, ha reso tangibile il messaggio che la pace si costruisce non cancellando le differenze ma accettandole come parte di un tessuto comune.
Amman, città di confine e crocevia di tensioni, ha fatto da cornice a questo incontro. Ritrovarsi lì, a pochi passi da zone di guerra, ha trasformato l’assemblea in un gesto altamente simbolico: affermare che la Chiesa non si ritira ma rimane presente, alza la voce della speranza e si mette al servizio della riconciliazione.
Le nuove elezioni: un momento storico
Durante il Consiglio si sono svolte anche le elezioni per la Presidenza della Federazione Battista Europea.
Charles Costa (Libano) è stato eletto nuovo Presidente dell’EBF. È il Presidente della Convenzione delle Chiese Evangeliche Battiste in Libano e diventa così il primo Presidente arabo nella storia della Federazione Battista Europea. Porta con sé decenni di esperienza pastorale e un profondo impegno a costruire ponti tra culture e comunità di fede.
Einike Pilli (Estonia) è stata eletta vicepresidente. Rettrice del Seminario Teologico delle Chiese Libere in Estonia e stimata leader nel campo della formazione teologica, ha servito per anni come Chair della Commissione Teologia ed Educazione dell’EBF, accompagnando e formando nuove generazioni di leader.
Il mandato del Presidente ha durata biennale, al termine del quale il Vicepresidente viene nominato come successivo Presidente.
Queste elezioni segnano dunque una svolta storica: l’EBF ha, per la prima volta, un Presidente proveniente dal Medio Oriente, un segno forte della natura sempre più interculturale e inclusiva della sua testimonianza.
La presenza italiana
Anche l’Italia ha preso parte a questo evento di comunione e testimonianza: Alessandro Spanu, Presidente dell’Ucebi, in qualità di delegato; la pastora Cristina Arcidiacono, chair del boarding dell’IBTS (Istituto Teologico della Federazione Battista Europea); chi scrive, pastore e membro del Comitato Esecutivo del Youth and Children Ministry.
Questa partecipazione e presenza attiva ha riaffermato il legame tra le Chiese battiste italiane e il più ampio movimento europeo, sottolineando la comune responsabilità di costruire percorsi di pace.
Un appello alla preghiera e alla speranza
Al termine dei lavori, la Federazione Battista Europea ha pubblicato un messaggio dal titolo eloquente: “A Call to Unceasing Prayer and Unshakable Hope”.
«Continuiamo a innalzare i nostri cuori in preghiera per la pace nei territori palestinesi e in Israele. … Non smettiamo di pregare… per la pace nella nostra regione e per sollievo di coloro che ancora soffrono dopo oltre un anno di conflitto» (qui il testo integrale: https://share.google/KJu9UC6CBgZyLu8m2).
È un invito a non abbandonare la preghiera, a sostenere quanti resistono nelle condizioni più difficili e a mantenere viva la speranza che, come il Vangelo testimonia, nessuna guerra potrà mai mettere a tacere.
Il Consiglio di Amman ci consegna dunque una certezza: la pace non si costruisce a distanza, ma stando dentro alle ferite del mondo. La famiglia battista internazionale vuole continuare a esserci, a Gaza come in Ucraina, in Israele come in Palestina, in ogni luogo dove l’umanità geme, per testimoniare che Cristo è la nostra pace e che insieme possiamo intessere fili di speranza.
Foto: da sin: Alan Donaldson, segretario generale EBF; Einike Pilli, vicepresidente EBF; Charles Costa, presidente EBF