L’identità cristiana è definita dalla vocazione

Un giorno una parola – commento a I Pietro 5, 10

 

Ergiti in nostro aiuto, liberaci nella tua bontà

Salmo 44, 26

 

Or il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, vi fortificherà stabilmente

I Pietro 5, 10

 

I primi cristiani vivevano momenti di difficoltà. Quando la I lettera di Pietro è stata scritta le persecuzioni organizzate non erano ancora iniziate, certo, probabilmente i credenti erano sottoposti solamente a discriminazioni, abbassamento di status civile, rifiuto da parte di famiglie e corporazioni, perché accusati di ateismo (in quanto rifiutavano gli dèi), di immoralità (malintesi sul quel che accadeva durante i pasti comunitari, forse anche sul significato dell’amore fraterno), e di disobbedienza pubblica (non partecipavano ai sacrifici pubblici). Non ancora eventi eccessivamente drammatici, ma comunque preoccupanti.

 

In questo contesto, la I lettera di Pietro propone una visione interessante.  Prima di tutto ha un approccio positivo: siamo nel dolore, ma Dio è “il Dio di ogni grazia”. Queste parole annunciano che l’identità cristiana non è definita dalla sofferenza, ma dalla vocazione: Dio ci ha chiamati/e. 

La prospettiva della sofferenza non è definitiva, mentre lo è la gloria. Certo, la sofferenza esiste, è tangibile, ma per così dire, “arginata”: i credenti soffrono, ma “per breve tempo”. 

 

La durata temporale non annulla la realtà delle difficoltà, ma le inquadra in uno schema generale: la dà senso. Di più: questo significato non viene dal sentimento, da una svolta nella grande storia, da qualche evento prodigioso: è Dio stesso che “vi perfezionerà, vi renderà fermi, vi fortificherà”. Tre verbi che indicano un cammino: perfezionerà, cioè rimetterà in ordine ciò che la prova ha spezzato; renderà fermi, cioè renderà nuovamente stabili; fortificherà, cioè darà l’energia spirituale. L’esperienza del dolore non lascerà i e le credenti più deboli, ma sarà lo strumento con cui Dio li e le renderà più consapevoli. Amen.