«Nel sangue dei martiri, la chiesa è già una»
A Roma cerimonia ecumenica per i martiri cristiani del XXI secolo
Papa Leone XIV domenica scorsa 14 settembre ha presieduto un servizio ecumenico nella Basilica di San Paolo fuori dalle mura per ricordare i cristiani uccisi per la loro fede nel XXI secolo.
La “Commemorazione ecumenica dei martiri e dei testimoni della fede del XXI secolo“, tenutasi il 14 settembre durante la festa dell’esaltazione della Santa Croce, ha riunito i rappresentanti di 24 tradizioni cristiane. La liturgia includeva testimonianze di martiri moderni e preghiere per l’unità tra le denominazioni.
Sono stati ricordati missionari uccisi in Africa, fedeli uccisi nei bombardamenti pasquali del 21 aprile 2019, in Sri Lanka, vittime di conflitti settari in Medio Oriente e Nord Africa e cristiani uccisi dai cartelli della droga in America Latina. Andrea Riccardi, vicepresidente della commissione e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha detto che l’Africa subsahariana rimane «il continente in cui muoiono più cristiani che altrove».
La Comunità Mondiale delle Chiese Riformate (Wcrc) era rappresentata dal pastore Hanns Lessing, segretario esecutivo per la comunione e la teologia. «La commemorazione delle persone che sono state uccise per la loro testimonianza cristiana è un segno di una chiesa che confessa. La Confessione di Belhar, redatta durante il periodo più difficile nella lotta contro l’apartheid in Sudafrica, invita i cristiani a confessare la loro fede nelle parole e nelle azioni, anche se è pericoloso. Come cristiani riformati, siamo d’accordo con il cardinale Kurt Koch quando ha detto che nel sangue dei martiri, la chiesa è già una».
Tara Curlewis, collegamento ecumenico della Wcrc a Roma, ha affermato che il servizio ha evidenziato sia il dolore che l’unità.
«In tutto il mondo, troppi cristiani vengono uccisi a causa della loro fede cristiana. Questa cerimonia ecumenica che riconosce i martiri cristiani del XXI secolo è significativa in quanto riconosce anche che i cristiani ortodossi, cattolici e riformati hanno tutti la loro parte di martiri. I cristiani sono stati martirizzati per aver sostenuto gli emarginati o per aver sostenuto la giustizia e persino uccisi mentre frequentavano la chiesa. «Sono ancora profondamente commossa dal martirio nel 2015 di Mathew Ayairga, un lavoratore migrante in Libia dal Ciad, che è stato ucciso con 20 cristiani copti. La sua testimonianza cristiana è stata chiaramente: “Il loro Dio è il mio Dio”. Questo servizio ecumenico è una piccola testimonianza dell’unità che abbiamo in Gesù Cristo e della nostra perdita condivisa nella vita dei martiri».
Il Dicastero Vaticano per le Cause dei Santi e la sua Commissione per i Nuovi Martiri-Testimoni della Fede hanno organizzato la commemorazione. Papa Francesco ha istituito la commissione nel luglio 2023 per documentare e preservare la memoria dei martiri contemporanei tra le confessioni.