Arrendersi all’amore di Dio
Un giorno una parola – commento a Geremia 20, 9
Geremia disse: «Se dico: “Io non lo menzionerò più, non parlerò più nel suo nome”, c’è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzo di contenerlo, ma non posso»
Geremia 20, 9
Pregate nello stesso tempo anche per noi, affinché Dio ci apra una porta per la parola, perché possiamo annunziare il mistero di Cristo, a motivo del quale mi trovo prigioniero, e che io lo faccia conoscere, parlandone come devo
Colossesi 4, 3-4
Nella Bibbia il fuoco è usato come simbolo della presenza divina. Il Signore stesso afferma: “La mia parola non è forse come un fuoco […]”? (Geremia 23, 29). E ancora: “Ecco io farò in modo che la mia parola sia come fuoco nella tua bocca, che questo mio popolo sia come legno e che quel fuoco lo divori” (Geremia 5, 14). A Geremia toccò un compito ingrato. La storia degli Israeliti conobbe il massimo splendore con la costruzione del tempio di Salomone e le mura della città alte e ben salde. La generazione successiva, però, sarebbe vissuta in un regno lacerato dalla guerra civile e il popolo sarebbe stato guidato da sovrani idolatri che avevano dimenticato il vero Dio.
Ora Dio fa dire a Geremia l’inimmaginabile: il regno sta per cadere. E quale ricompensa ottiene, il profeta, per l’infelice notizia? Quella di essere bollato come traditore e gettato in prigione. Geremia attesta la presenza di Dio dentro di sé, una presenza ardente, bruciante, potente, appassionata ma non immediatamente l’accoglie; gli sembrò eccessiva rispetto a quanto era in grado di sostenere. La combatté ed arrivò perfino ad accusare Dio di averlo sedotto. Ma poi, malgrado la sua contestazione, Geremia seguì quella forza ardente che fiammeggiava nel suo cuore. Si arrese alla fiamma di Dio e lasciò che quell’amore che gli bruciava dentro lo colmasse di una grande passione per la verità e per la giustizia. Allora la sua voce divampò divenendo veicolo della parola di Dio.
A volte possiamo sentirci come Geremia. Il fuoco che abbiamo nel cuore, nel momento stesso in cui ci purifica, ci provoca dolore ed abbiamo paura di farci coinvolgere da Dio. Il messaggio di Geremia non è interamente sfavorevole. Dio lo rassicura: è sempre nelle sue mani. Dio ha un progetto per il suo popolo, un futuro positivo e pieno di speranza (Geremia 29, 11). L’intento del fuoco è sempre quello di trasformarci. Saremo anche noi disposti ad essere il combustibile, sorgente preziosa di energia, per l’opera di Dio sulla terra? Amen.