I mercoledì estivi al Musée du Désert
Gli incontri fra storia e teologia
Più di un centinaio di persone sono state presenti ogni volta in alcune conferenze all’aperto organizzate quest’estate al Musée du Désert nel sud della Francia.
Nella prima, lo storico Patrick Cabanel ha parlato sulla croce ugonotta, in occasione della pubblicazione del suo libro La croix huguenote, petite histoire d’un mot et d’un bijou d’identité. Su di essa conosciamo aspetti certi, ma altri si possono solo ipotizzare. Era chiamata inizialmente “croce di Malta” o Spirito Santo, la parola croce ugonotta rimanda all’epoca delle persecuzioni.
Un orafo di Nîmes ricorda poi l’epoca del primo profetismo (1688). A Nîmes, città intellettuale, le donne protestanti non indossavano niente, ma un vescovo di Nîmes scriveva nel 1739 che per i matrimoni le giovani di Nîmes dovevano portare la croce cattolica. Nel 1901, a un congresso del Club Cévenol a Lasalle furono tirati fuori dagli armadi i “Santo Spirito” delle donne cévenoles, 30 gioielli.
Ma quand’è che gli uomini l’hanno portata (e continuano a portarla)? Nelle guerre mondiali i cappellani di guerra potevano riconoscere i soldati protestanti che la portavano, mentre i soldati cattolici portavano la croce. Quanto all’oggetto, la lacrima al posto della colomba è un falso, e non è né lacrima né protestante. Bisogna vederla come gioiello popolare. L’ordine dei Cavalieri di Malta aveva fornito loro la croce di Malta, che ebbe un enorme successo tra le donne provenzali. Un secondo tipo di gioiello, con la colomba appesa a una catena è particolarmente apprezzata in Auvergne.
Il secondo incontro è stato tenuto da due medici sui galeotti dell’epoca di Luigi XIV. Didier Rabaud ha evocato le guerre di religione che si prolungarono per 67 anni. Il regno di Luigi XIV fu il più aggressivo contro i protestanti, la parola d’ordine era «Une foi, une loi, un roi» (una fede, una legge, un re). Si trattava di fare sparire i luoghi di culto, e i protestanti dalla Francia. I bambini venivano battezzati cattolici. Con la Revoca dell’Editto di Nantes (1685) la religione protestante fu proibita. 200.000 ugonotti se ne vanno (all’inizio c’erano 2 milioni di protestanti per 20 milioni di francesi). Restava l’esilio, ma era proibito partire per l’estero, e molti furono arrestati alle frontiere. Ogni occasione era buona per farli abiurare. La terza soluzione era rimanere in Francia e resistere, come fecero i Camisards.
Dopo, Jean-Claude Martin, autore di una recente pubblicazione su Antoine Moulinneuf, chirurgo sulle galere del re a Marsiglia, ha spiegato che con Luigi XIV in guerra con Spagna, Italia e altrove c’erano 260 galeotti per 40 galere. I rematori erano in parte volontari, in parte pagati, ma anche i turchi, schiavi comprati, in buona salute, eccellenti rematori, che consideravano positivamente i protestanti perché non bestemmiavano; e ancora i “saleriani” che andavano a comprare sale; i disertori; i criminali – i protestanti –; i vagabondi. I protestanti potevano essere arrestati se fuggivano, se cantavano salmi, se ospitavano pastori, se erano vittime di false testimonianze. Vanno prima in prigione, in celle nere, i Padri Gesuiti arrivavano per farli abiurare.
L’ultimo incontro, il 20 agosto, il filosofo Olivier Abel è partito dall’episodio del Mas d’Azil nel 1625 (ricordato nel 4° centenario anche in loco), quando le truppe di Luigi XIII assaltarono il Mas, e gli abitanti resisterono. Dicevano “non siamo ribelli, era una difesa”. A partire da lì, Olivier Abel ha svolto 4 temi intorno alla disubbidienza.
- Adamo: non si può ubbidire se non si può disubbidire. Lo si può fare sia docilmente (è il martirio) sia non ubbidendo (è resistenza passiva) sia con la dissidenza, cioè partire, e ricominciare altrove.
- L’Alleanza: si può rompere un Patto, ma per ubbidire a un nuovo patto, rinnovato. In Francia la posizione opposta si trova in Bossuet, per il quale la monarchia è voluta da Dio, ma in questo caso non vi è Patto.
- La volontà sovrana: i re si modellano su Dio sovrano. Ma con la Bibbia si può sempre disubbidire, e il popolo è al di sopra del re.
- La libertà di coscienza, è libertà-volontà sovrana. Lutero ha dato tutto il suo peso a questa libertà. La volontà è prima schiava di sé stessa, deve esserne liberata. Il re, un prete, o il soggetto stesso non hanno potere sulla mia coscienza. C’è in me qualcosa – ha detto Abel – che non mi appartiene. Esteriormente il soggetto appartiene al re, ma interiormente a Dio.
Intanto domenica 7 settembre sarà il momento dell’annuale Assemblée du Désert” (l’Assemblea del deserto) sotto il tema “Lo spirito soffia dove vuole”. la giornata comunitaria che riunisce diverse migliaia di persone all’ombra degli alberi del Musée du Désert
Dalle 10.30 il via al culto sotto gli alberi secolari, guidato dal pastore Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia.
Dopo il pranzo al sacco nel pomeriggio sono previsti gli interventi di Neal Blough, docente della Facoltà teologica evangelica di Vaux-sur-Seine e del teologo e ricercatore Sébastien Fath. Il messaggio finale sarà curato dalla pastora Joelle Sutter-Razanajohary della Federazione delle chiese evangeliche battiste di Francia.
Si ricorderanno in particolare i 500 anni dalla nascita del movimento anabattista con focus sugli aspetti del contributo evangelico alla storia del Protestantesimo.
Sarà anche un’occasione per incontrare vari soggetti locali o nazionali, espressione del panorama protestante, venuti ad allestire i loro stand. Fra loro la Federazione protestante di Francia, la Federazione protestante di mutuo soccorso, associazioni e librerie.