Religioni contro l’odio
In Italia l’appello al dialogo di comunità ebraiche, musulmane e Chiesa cattolica. Intanto 80 rabbini chiedono la pace a Gaza
«Incontriamoci subito – almeno in Italia – vescovi, rabbini e imam, dalle varie regioni. Un incontro semplice, diretto, non convenzionale né confessionale, per testimoniare insieme una responsabilità comune. Una responsabilità che sappia trasmettere il messaggio autentico di pace, speranza, carità, fratellanza e giustizia dei discendenti di Abramo». Lo si legge in un “Appello alle Istituzioni Italiane, ai cittadini e ai credenti in Italia” sottoscritto dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Noemi Di Segni insieme al presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (Ucoii) Yassine Lafram, al presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana (Coreis) Abu Bakr Moretta, al presidente della Moschea di Roma, Naim Nasrollah, all’imam Yahya Pallavicini della Coreis e al cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei).
L’appello nasce dalla «coscienza dei tempi oscuri che stiamo attraversando e del potere di illusione che soffia anche sulla tragedia in corso in Medio Oriente», spiegano i firmatari dell’appello, diffuso nella giornata di venerdì. Coscienza, prosegue il testo, che «ci richiama, come leader di comunità religiose, come credenti e come cittadini, a denunciare l’insinuarsi di pericolose generalizzazioni e dannose confusioni tra identità politiche, nazionali e religiose» e al tempo stesso «ci spinge a richiamare alla cautela nello scambio di informazioni e alla pacatezza nei toni e nelle azioni».
L’odio e la violenza «non hanno mai alcuna legittimità, portano solo alla diffusione della crudeltà di chi cura ambiguamente interessi paralleli volgarizzando e corrompendo le interpretazioni e la natura autentica dei testi sacri per benedire l’uso delle armi e organizzare la morte dell’altro», si legge ancora. Al riguardo è citato nell’appello un passaggio della dichiarazione “Fermi tutti” firmata nelle scorse settimane dal cardinale Zuppi, in qualità di arcivescovo di Bologna, e dal presidente della Comunità ebraica locale Daniele De Paz. «Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio», scrivevano Zuppi e De Paz. «La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi».
I membri del Consiglio delle Guide Religiose della COREIS hanno inoltre ricevuto nei giorni scorsi il testo di un appello scritto da alcuni rabbini ortodossi internazionali con un richiamo coraggioso e coerente sulla crisi umanitaria di Gaza.
Ecco il testo e le firme:
La crisi umanitaria che si sta consumando a Gaza è una delle più gravi della storia recente.
Sebbene sia iniziata con il terribile attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 – un atto brutale, che ha giustamente richiesto una forte risposta militare e la richiesta di rilascio degli ostaggi – ciò non esime il governo israeliano dall’assumersi la propria parte di responsabilità per le profonde sofferenze della popolazione civile di Gaza.
Le azioni di Hamas hanno ripetutamente dimostrato un cinico disprezzo per la vita delle persone che sostiene di rappresentare, utilizzando i civili come scudi umani e rifiutando le proposte di cessate il fuoco. Tuttavia, la prolungata campagna militare di Israele, che ormai si avvicina ai due anni, ha devastato Gaza. Il bilancio delle vittime è in aumento con perdite di vite umane molto significative, e la limitazione degli aiuti umanitari da parte di Israele, che a volte ha completamente bloccato l’ingresso di cibo e forniture mediche, ha fatto sorgere lo spettro di una prossima carestia.
Affermiamo che i peccati e i crimini di Hamas non esonerano il governo di Israele dal suo obbligo di compiere tutti gli sforzi necessari per prevenire la fame di massa.
Vi sono stati mesi in cui Israele ha bloccato i convogli umanitari, partendo dal presupposto errato che aumentare le sofferenze avrebbe portato alla resa di Hamas. Il risultato è stato invece un aggravarsi della disperazione.
La giustificata rabbia nei confronti di Hamas è stata pericolosamente amplificata da alcuni estremisti fino a trasformarsi in un sospetto generalizzato nei confronti dell’intera popolazione di Gaza, compresi i bambini, bollati come futuri terroristi. Nel frattempo, a Yehuda e Shomron la violenza dei coloni estremisti ha provocato l’uccisione di civili e costretto gli abitanti dei villaggi palestinesi ad abbandonare le loro case, destabilizzando ulteriormente la regione.
In mezzo a questa devastazione, l’assenza di una chiara visione postbellica da parte del primo ministro Netanyahu ha permesso alle voci più estreme del governo israeliano, compresi i ministri della comunità sionista religiosa, di riempire il vuoto con proposte inquietanti.
Fra queste vi sono anche l’esilio “volontario” forzato dei palestinesi da Gaza e il sacrificio degli ostaggi israeliani rimasti, nel perseguimento di una sfuggente “vittoria totale”.
Questo momento richiede una voce diversa, fondata sui nostri valori ebraici più profondi e informata dalla nostra traumatica storia di vittime di persecuzioni.
Gli ebrei ortodossi, fra i più devoti sostenitori di Israele, hanno una responsabilità morale unica. Dobbiamo affermare che la visione ebraica di giustizia e compassione si estende a tutti gli esseri umani. La nostra tradizione insegna che ogni persona è creata b’tzelem Elokim, a immagine divina. Siamo i discendenti spirituali di Abramo, scelti per seguire il cammino di Hashem, “per praticare la rettitudine e la giustizia” (Genesi 18,19). Permettere che un intero popolo muoia di fame è in netto contrasto con questo insegnamento.
Mentre riflettiamo su Tisha B’Av, le parole dei nostri profeti risuonano con rinnovata urgenza. L’Haftarah di Shabbat Chazon ci ricorda: “Sion sarà redenta attraverso la giustizia, e coloro che torneranno a lei attraverso la rettitudine” (Isaia 1,27). E nel mattino di Tisha B’Av, la voce del profeta Geremia riecheggia nelle nostre preghiere: “I saggi non si facciano gloria della loro saggezza… ma di questo: che mi comprendono e mi conoscono, che io sono il Signore che pratica la bontà, la giustizia e la rettitudine sulla terra, perché in queste cose mi compiaccio” (Geremia 9,23).
Queste non sono solo frasi poetiche. Sono i fondamenti del nostro imperativo etico: esigere politiche che difendano la dignità umana, fornire aiuti umanitari ovunque sia possibile e denunciare apertamente quando le azioni del nostro governo contraddicono i precetti morali della Torah, per quanto doloroso possa essere accettarlo.
Il futuro di Israele dipende non solo dalla sua forza militare, ma anche dalla sua chiarezza morale. Facciamo sentire la nostra voce a favore della giustizia, della rettitudine e della pace per tutti i popoli, anche e soprattutto nei momenti più difficili.
Elenco dei firmatari:
Rabbi Yosef Blau
Rabbi David Bigman
Chief Rabbi Michael Schudrich
Chief Rabbi Michael Melchior
Chief Rabbi Jair Melchior
Rabbi Joav Melchior
Chief Rabbi David Rosen (former CR)
Rabbi Dr. Shmuly Yanklowitz
Rabbi Dr. Yitz Greenberg
Rabbi Hyim Shafner
Rabbi Daniel Landes
Rabbi Herzl Hefter
Rabbi Shua Mermelstein
Rabbi Yoni Zolty
Rabbanit Mindy Schwartz Zolty
Rabbi Frederick L Klein
Rabbi Yosef Kanefsky
Rabbi Michael Whitman
Rabbi Dr. Jeremiah Unterman
Rabbi Barry Dolinger
Rabbi David Silber
Rabbi Yonatan Neril
Rabbi Ysoscher Katz
Rabbi Isaac Landes
Rabbi David Polsky
Rabbi Baruch Plotkin
Rabbi Mikey Stein
Rabbi Elliot Kaplowitz
Rabbi Ariel Goldberg
Rabbi Ben Birkeland
Rabbi Ralph Genende
Rabbi David Glicksman
Rabbi Dr. Donniel Hartman
Rabbi Dr. Martin Lockshin
Rabbi Dr. Pinchas Giller
Rabbi Avidan Freedman
Rabbi Daniel Raphael Silverstein
Rabbi Dr. Shalom Schlagman
Rabbi Dr. Daniel Ross Goodman
Rabbi Aaron Levy
Rabbi Chaim Seidler-Feller
Rabbi Dr. Mel Gottlieb
Rabbi Dr. Joshua Feigelson
Rabbi Jonah Winer
Rabbi Dr. Michael Chernick
Rabbi Dr. Eugene Korn
Rabbi Hanan Schlesinger
Rabbi Elhanan Miller
Rabbi Joel Hecker
Rabbi Michael Gordan
R. Sofia Freudenstein
Rabbi David Levin-Kruss
Rabbanit Myriam Ackermann-Sommer
Rabba Ramie Smith
R. Shayna Abramson
Rabbi Zachary Truboff
Rabbi David A. Schwartz
Rabbi David Jaffe
Rabbi Steve Greenberg
Rabbi Gabriel Kretzmer Seed
Rabbanit Rachel Keren
Rabbi Benyamin Vineburg
Rabba Dr. Lindsey Taylor-Guthartz
Rabbanit Leah Sarna
Rabbi Dr. Wendy Zierler
Rabbanit Sarah Segal-Katz
Rabbi Shimon Brand
Rabba Melissa Scholten-Gutierrez
R. Emily Goldberg Winer
R. Dr. Erin Leib Smokler
Rabba Adina Roth
R. Dr. Meesh Hammer-Kossoy
Rabbi Drew Kaplan
Rabbi Dina Najman
Rabbi Emile Ackermann
Rabbi Daniel Geretz
Rabbanit Sarah Segal-Katz
Rabbanit Tali Schaum Broder
Rabbi Max Davis
Rabbi Tyson Herberger
Rabba Aliza Libman Baronofsky