
Emergenza umanitaria nell’America Centrale
Il comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese riconosce «l’emergenza migratoria che investe in modo particolare diversi Paesi dell’America Centrale»
Oltre a ribadire l’impegno nel processo di pace in Colombia, il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) con il suo Comitato centrale lancia l’emergenza migratoria che investe in modo particolare diversi Paesi dell’America Centrale. Un’emergenza che sta diventando una vera e propria crisi umanitaria.
«Condanniamo la crescente repressione promossa dalle forze di sicurezza in diverse zone dell’area e le persecuzioni e gli assassinii di leader sociali. Le dure misure anti-immigrazione messe in atto dagli Stati Uniti e la conseguente sofferenza di Cuba, causata dalle politiche statunitensi, in particolare con il blocco economico», si legge nel verbale del Comitato centrale.
«Esprimiamo preoccupazione per le comunità indigene sfollate dalle multinazionali per l’estrazione del litio, uno sfruttamento con queste pratiche aggressive con conseguenze politiche, economiche e ambientali.
L’ascesa di governi autoritari e neoliberisti, spesso sostenuti dal fondamentalismo religioso – si legge ancora – ha minato i diritti umani, aggravato le disuguaglianze, aggravato povertà e dipendenze dalle potenze straniere, indebolendo così le sovranità nazionali», ha osservato l’organo di governo del Cec.
«Invitiamo il nostro Segretario generale a prestare attenzione a queste nostre preoccupazioni condivise e che riguardano una regione in cui vive un quarto dei cristiani del mondo», conclude il verbale che chiede anche preghiere, solidarietà e accompagnamento alle chiese membro del Cec nella regione da parte della più ampia comunità ecumenica globale.
Il comitato centrale del Cec si è riunito dal 18 al 24 giugno a Johannesburg, in Sudafrica