
La Festa delle oasi per insetti impollinatori
Seconda edizione dell’iniziativa proposta dalla Commissione Globalizzazione e Ambiente: tra i partecipanti, oltre alle chiese afferenti alla Fcei, l’organizzazione «Semi di pace» di Tarquinia
Per il secondo anno consecutivo, la Commissione Globalizzazione e Ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in italia ha proposto alle chiese afferenti di organizzare una festa delle oasi per impollinatori, all’interno del progetto «Sentieri ecumenici per impollinatori».
Obiettivo, sensibilizzare sul problema della scomparsa di questi animali, il cui ruolo negli ecosistemi è cruciale, fornendo consigli pratici su come rendere giardini e balconi più accoglienti, privilegiando piante e fiori che possano offrire nutrimento.
Nel numero 23 del 6 giugno di Riforma-L’Eco delle valli valdesi abbiamo pubblicato alcune testimonianze, da Milano (metodista), Mottola (battista), Napoli (luterana), Bologna (avventista), e dall’associazione umanitaria «Semi di pace» di Tarquinia, in provincia di Viterbo.
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Riportiamo di seguito l’intervista con Erik Mendez, responsabile ambiente di «Semi di pace» e membro del Centro Studi «José Martí», che ci racconta l’origine di questa iniziativa in quella che era una discarica a cielo aperto. Dopo decenni di lavoro, il fondatore e presidente Luca Bondi, docente di religione, insieme ai suoi collaboratori, «sono riusciti a creare un luogo dove si incontrano tante nazionalità e religioni, per collaborare in progetti in Italia e all’estero, Cuba, Messico, Camerun, Congo».
Erik è arrivato in Italia sei anni fa con la moglie e due bambini piccoli, «come tante altre persone una parente ci ha indirizzati lì, dove abbiamo ricevuto aiuto e appoggio, non solo beni materiali ma anche a livello psicologico: ci siamo subito sentiti accolti e mi è sembrato naturale dare una mano a mia volta. In Venezuela avevo iniziato un’attività con le api, ma qui non avevo niente, mi hanno messo a disposizione uno spazio, le attrezzature e (non ci crederete!) dopo qualche mese le api sono arrivate da sole!».
Oggi alla “Cittadella” di «Semi di Pace», che dallo scorso anno è una “eco-comunità in cammino” (secondo dei tre step definiti dalla Glam) ci sono cinque famiglie di api, dai nomi evocativi Pace, Futuro, Memoria, Speranza e Solidarietà, ospitate in casette realizzate con il contributo economico della Glam, che ha sostenuto anche il rinnovamento delle attrezzature e la fornitura di cibo per l’inverno.
Sempre la Glam ha sostenuto lo spazio delle piante aromatiche (menta, rosmarino, origano, timo, lavanda…), implementato quest’anno con la piantumazione di altre trecento piantine.
Quello di Tarquinia è un percorso multisensoriale, chiamato“ecosistema martiano”, da José Martí, eroe dell’indipendenza cubana, filosofo e poeta, tra i pionieri dei diritti umani e della salvaguardia ambientale, ed è stato inaugurato il 17 maggio, in occasione dei 45 anni di «Semi di pace», alla presenza di circa 200 persone, tra cui autorità locali, di Cuba e del Nicaragua, giornata in cui si è tenuta la festa per il consolidamento dell’oasi degli impollinatori, con la partecipazione anche della coordinatrice della Glam, Maria Elena Lacquaniti.
In questo percorso, ci spiega Erik, «una serie di cartelli racconta il legame tra l’essere umano e la natura. All’interno del percorso stiamo progettando un murales per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale, uno spazio educativo dove grandi e piccoli apprendano l’importanza degli insetti impollinatori. Nel progetto sono previsti anche un orto e un’arnia didattica che i visitatori possano vedere dall’interno, attraverso pareti trasparenti. Il percorso “martiano” si completa con un uliveto e un giardino con delle panchine, in cui le persone possano fermarsi a riflettere su quanto appreso durante il percorso e su quali “semi di pace” e di speranza ci si porta a casa».
I prodotti dell’orto (realizzato in modo naturale) e del frutteto (circa 200 alberi) vengono consumati dai frequentatori del centro: il venerdì le famiglie si presentano all’”emporio solidale” e ricevono ciò di cui hanno bisogno. Il miele prodotto, per il momento in quantità ridotta, è stato regalato ai collaboratori: «Lo consideriamo come un dono, perché quello che conta è il valore reale, non monetario, di questo grande lavoro fatto dalle api, e al tempo stesso è un ringraziamento verso i volontari», conclude Erik.