Pramollo, un presidio saldo

A colloquio con Renzo Costantin, da anni in amministrazione e oggi primo cittadino del paese con molte borgate e una natura incontaminata

 

 È in distribuzione in tutto il territorio del pinerolese nell’area sud della provincia di Torino (lo trovate in centinaia di luoghi pubblici, dalle biblioteche ai negozi) il numero di giugno del mensile free press L’Eco delle valli valdesi che potete leggere integralmente anche dal nostro sito, dalla home page di di www.riforma.it.Il numero contiene un dossier dedicato al Comune di Pramollo, e una storia da ricordare: un salvataggio di ben 11 giovani sul Boucie, giusto 50 anni fa. Qui di seguito l’intervista al sindaco di Pramollo.

 

Buona lettura. 

 

Siamo abituati, quando andiamo in Comune per pratiche, o come in questo caso per intervistare il sindaco, a recarci nella piazza centrale del paese, grande o piccolo che sia. O nelle immediate vicinanze. Pramollo è diversa: già nel colloquio telefonico Renzo Costantin, fissando l’appuntamento nel municipio chiede: «Sa dov’è?» La risposta è, mentendo spudoratamente: «Certo!». Fortunatamente ci sono i navigatori… perché il palazzo comunale è in una borgata decentrata, Lussie, su un poggio decisamente panoramico, a poca distanza da Rue, altro centro importante del piccolo comune che si estende nel vallone che diparte dalla val Chisone, all’altezza di San Germano Chisone.

 

«Qui siamo in una delle 36 borgate che compongono il Comune di Pramollo, che di per sé non esiste, ma è l’unione di questi 36 borghi sparsi in 23 km quadrati di territorio. E in ogni borgata c’è almeno un abitante stabile, motivo di orgoglio per noi amministratori e un bel segnale contro lo spopolamento della montagna», esordisce Costantin, il primo cittadino. Alcune notizie in più riguardo a questo particolare municipio? «Ho fatto alcune ricerche: questa era sicuramente una delle due scuole, l’altra era a Ruata, più in alto. Molto probabilmente il Comune era in origine situato in quest’ultimo borgo, e poi venne trasferito qui per problemi di stabilità della struttura e per agevolare il segretario comunale che si risparmiava un bel pezzo di strada».

 

E oggi come sta Pramollo? «Siamo pochi, è sotto gli occhi di tutti, siamo un piccolo Comune di 217 abitanti che però negli ultimi anni ha visto una timida ripresa, un ritorno e una scoperta da parte di persone che non lo conoscevano e che hanno deciso di venire (o tornare) a viverci. A Pomeano è nato un bambino dopo moltissimi anni che non succedeva. Il saldo è però ancora negativo – aggiunge Costantin –: siamo in linea con una decrescita come tutti i comuni montani, e paghiamo a caro prezzo la crisi del settore industriale della bassa val Chisone: le fabbriche chiudono e la gente per forza di cose si sposta verso i grandi centri per trovare lavoro: se era sostenibile fare il pendolare verso Perosa, San Germano, Pinerolo, diventa più difficile se il luogo di lavoro è su Torino. Dobbiamo però capire che il mondo sta cambiando velocemente ed è necessario essere pronti a questi cambiamenti e cogliere le opportunità che si presentano».

 

Per stare al passo con i tempi servono però anche delle risorse che spesso non ci sono, se non per gestire le emergenze. «I trasferimenti dallo Stato si sono azzerati: l’anno scorso erano stati di 58.000 euro. In queste condizioni non possiamo programmare nessun tipo di lavoro ma soltanto cercare di gestire la quotidianità. Siamo delle sentinelle del territorio, i problemi se non gestiti al meglio qui, si riversano verso i centri più in basso… sarebbe importante che questo aspetto venisse preso in considerazione». E Pramollo ne sa qualcosa: proprio nelle ultime settimane a causa di una frana molte famiglie sono state isolate per giorni. «Non è la prima volta, l’ultima interruzione importante fu nel 2014 con una grande frana poco a monte di San Germano. Questa volta è toccato al tratto di strada che da Rue conduce verso le borgate più alte (il transito è stato ripristinato a fine maggio, nda): ma da quando sono in amministrazione è la quarta volta che succede! Pramollo, lo dice il nome stesso, è un luogo dove c’è acqua ovunque e i problemi di stabilità dei versanti sono notevoli. Nella memoria popolare è ben presente la tragedia del 1960 in cui ci furono 9 vittime ai Tornini. Per questo motivo come amministrazione siamo attenti a questo aspetto: grazie a fondi del Ministero dell’Interno stiamo ultimando 19 interventi sul territorio di messa in sicurezza per un ammontare di circa 1 milione di euro». 

 

Per concludere, c’è un sogno nel cassetto di questa amministrazione? «Un paese è vivo se ci sono esercizi commerciali. Pramollo è senza. Da due anni a Ruata due ambulanti vengono due volte a settimana: le persone sono tornate ad aggregarsi attorno a questo piccolo presidio… ci piacerebbe quindi dare un luogo stabile dove i pramollini possono, per esempio, consumare un caffè (e con loro anche i turisti, che sono numerosi, e sono un tassello importante per la nostra economia). Abbiamo già creato un piccolo servizio di trasporto verso i mercati della bassa valle, per le persone che non guidano, gestito direttamente da noi amministratori. Piccoli tentativi di tenere vivo e unito questo comune montano». 

 

 

 

Foto di Di Francofranco56 – Opera propria, CC BY-SA 3.0. Borgata Ruata